Titolo: Rebirth – I Tredici GiorniAutore: Alessia CoppolaGenere: Paranormal RomancePagine: 175Prezzo: 2,99 ebook 9,90cartaceoData di Uscita: 25/11/2014Link di acquisto: http://tinyurl.com/pswfnetData di uscita cartaceo: gennaio 2015«Promettente esordio dal sapore dolce-amaro. Lasciatevi travolgere da un vortice di emozioni, suspense e colpi di scena inaspettati: il paranormal non è mai stato più rosa e appassionante!»(Desy Giuffrè, autrice di Io Sono Heatcliff)
«La scrittura di Alessia Coppola è una carezza di velluto sulla pelle, morbida e sensuale si insinua nei recessi più profondi dell’animo e vi imprime un segno.» (Anita Book)
New Orleans, 1939Le luci del teatro si spengono. Grace stempera il trucco di scena. Si specchia. Segue con lo sguardo una ruga. Si rende conto che il tempo scorre anche per lei. Ma lei non vuole invecchiare. Con il cuore in tumulto esce dal teatro. Ad attenderla c’è un uomo in nero che le promette l’eterna giovinezza.E se riuscisse davvero a impedirle di invecchiare? Grace stringe un patto con lui, ignorando che in realtà è un demone figlio della Morte. Un Chronat. Da questo momento, ha tredici giorni per fuggire. Se il demone riuscirà a trovarla prima della mezzanotte del tredicesimo giorno, lei apparterrà alle schiere della Morte e diventerà un Chronat a sua volta. In caso contrario, sarà libera.Ma il percorso che attende la seducente attrice è pregno di sorprese. Non ultima quella che la porterà tra le braccia di Ayku, custode designato per proteggerla dal Chronat. Tra creature angeliche dedite al Bene e demoni votati al Male, Grace si ritroverà per la prima volta nella sua vita a dover scendere a patti con il Destino… e a compiere la sua scelta.
Sentii una brezza fresca solleticarmi la fronte. Era così piacevole che quasi mi dispiacque riaprire gli occhi.Eppure lo feci.Due iridi di giada mi fissavano, incorniciate da una cascata di trucioli d’ebano. Misi a fuoco e lo vidi. Era un giovane di una bellezza raggiante, disarmante. La bocca era un cesello perfetto e il naso dritto lo faceva apparire una divinità olimpica.
Teneva sollevata sulla mia fronte una mano liscia dalle dita flessuose come gambi di calle. «Perdonami se ti ho spaventata», sussurrò, con una voce che mi ricordò il suono del vento autunnale tra le foglie.


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