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Anti-memoria al Salone del Libro: certe cose meglio dimenticarle

Creato il 18 maggio 2010 da Stampalternativa

Faremo memoriaLeonardo Sciascia diceva che l’Italia è un Paese senza memoria, che dimentica. Il Salone del Libro quest’anno ha deciso che il suo tema fosse la memoria. Ma quale? Solo quella che “si può o ci permettono di ricordare”. La cultura, il Salone dovrebbero avere la libertà di ricordare tutto, anzi dovrebbero avere il dovere di dar voce a chi di solito non ne ha, di far conoscere, chiarire quello che non di solito non ci viene detto e per questo tendiamo a dimenticare. Dovrebbe appunto. Ma la realtà è altra, sia nella cultura italiana e che al Salone, luogo ormai ufficiale che dovrebbe rappresentarla.

Già l’apertura del Salone, forse diplomaticamente inevitabile, del governatore leghista Cota e del ministro Sacconi, qualche linea guida l’avrà data. Così come dimostra pure la censura al libro di Alessandro Perissinotto che non è stato presentato al Salone di dittatura, di desaparecidos ma soprattutto di P2 e di Vaticano.

E così la bella tavola rotonda sugli anni di piombo che si doveva tenere oggi al Salone del libro, due settimane fa è stata improvvisamente mutata in secca presentazione tutta in mano a Stampa Alternativa. Ci siamo organizzati, abbiamo messo in piedi velocemente un bel dibattito intorno a un romanzo fuori dal comune, Voglio vivere così, che narra proprio quegli anni e vissuti in prima persona dall’autore, Ansoino Andreassi, ex prefetto che fece della filosofia della mediazione con i terroristi, la sua arma vincente, con Giancarlo Caselli Procuratore Capo della Repubblica di Torino e uomo che lavorò fianco a fianco anche con Andreassi per i reati di terrorismo riguardanti sia le Brigate Rosse che Prima Linea e che dal ’91 è stato anche consulente della Commissione Stragi.
Abbiamo aggiunto al dibattito un giornalista de “La Stampa”, Vittorio Pasteris, e Pino Casamassima, scrittore e profondo conoscitore dell’argomento e firma de
“Il Manifesto”. Una squadra eclettica, dove ognuno poteva portare la sua diversa visione, tutti uniti da uno spirito di conoscenza e verità.

Ma sabato sera alle 21.30, a circa 12 ore dalla presentazione, il Salone del Libro comunica che per motivi di sicurezza non possiamo più tenere il nostro bel dibattito in uno spazio aperto e visibile perché la Digos segnala possibili proteste. Ci spostano praticamente fuori, al padiglione 5, nella Sala 500, lontanissimo da tutti e quindi da eventuali fastidiosi clamori. Protestiamo, ma Ernesto Ferrero e la sua organizzazione ci rispondono “è già tanto che non abbiamo deciso di annullare la presentazione”. Che sforzo. Solo censura parziale, non bavaglio totale.

Ma non era il Salone della memoria questo? Si, ma per dirla con Sciascia, certe cose è meglio dimenticarle o parlarne sottovoce, ma il direttore editoriale nonché fondatore di Stampa Alternativa Marcello Baraghini, che quest’anno per la prima volta ha deciso di disertare Il Salone del Libro di Torino – viste le premesse -, aggiunge “Questa è l’ennesima riprova che il Salone è prima il “salotto” dell’opportunità e della convenienza politica e non della cultura. Siamo stati criminalizzati e penalizzati da sempre da chi è al potere e che tristezza vedere che anche Salone si è definitivamente asservito, per controllare la memoria e la cultura scomoda”.

(Monica Mariotti è la responsabile dell’ufficio stampa di Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri)


Voglio vivere così - Esistenze negli anni di piombo di Ansoino Andreassi
Prefazione di Gian Carlo Caselli
Collana Senza Finzione
270 pagine
ISBN: 978-88-6222-115-3


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