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Antibiotici: Italia in testa per l’uso (spesso improprio)

Creato il 18 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Un’indagine rivela che l’Italia è in testa alla classifica dell’uso (spesso improprio) degli antibiotici. Il rischio è la loro trasformazione in armi inefficaci contro i batteri.

Negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente e sono diventati anche sempre più importati gli studi sull’utilizzo dei farmici per prevenire quello che sembra ormai un problema da arginare, ovvero la diffusione e soprattutto l’uso eccessivo dei farmaci. Da salvavita a fonte di problemi è dunque la trasformazione che rischiano di subire i medicinali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stila in continuazione classifiche legate all’utilizzo dei farmaci e a sorpresa in una di queste graduatorie troviamo l’Italia in testa, per la precisione nella classifica dell’utilizzo di antibiotici. A svelarlo è Annalisa Pantosti, dirigente di ricerca dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità).

L'uso improprio degli antibiotici nel mirino dell'OMS. Photo credit: michaelll / Foter.com / CC BY-SA

L’uso improprio degli antibiotici nel mirino dell’OMS. Photo credit: michaelll / Foter.com / CC BY-SA

Lo studio è stato pubblicato proprio in concomitanza della giornata dell’antibiotico resistenza voluta dall’ECDC (ovvero lo European Centre for Disease Prevention and Control), una giornata appunto che mirava a sensibilizzare l’utilizzo corretto degli antibiotici. A seguito di questa si è unita anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che si è subito mobilitata creando una campagna dal nome “Antibiotici, maneggiare con cura”. Entrambe le campagne hanno come focus appunto gli antibiotici e il loro corretto utilizzo: la paura infatti è che queste armi che ora possiamo usare contro i batteri un giorno possano trasformarsi in una sorta di “baionette spuntante” e che perdano la loro efficacia per via dell’utilizzo continuo ed errato da parte della popolazione italiana ma anche mondiale. Negli Stati Uniti è stata lanciata, infatti, la campagna “Get smart with antibiotics”, con cui il respiro della questione assume definitivamente rilevanza internazionale.

Tutti questi studi hanno evidenziato in Europa, ed in special modo in Italia e in Grecia, una non naturale resistenza di certi ceppi batteriologici alle cure ricevute. Questo si verifica perché essi hanno sviluppato dei nuovi enzimi che li proteggono dagli attuali antibiotici in commercio. Non si tratta però di super-batteri ma semplicemente di ceppi rinforzati dall’uso smodato e continuo di antibiotici anche in casi di non vera necessità. Per poter continuare a combattere le malattie è dunque necessario fare un passo indietro e ascoltare le decine di campagne internazionali lanciate in questo periodo.

M.S.

Tags:antibiotici,ECDC,ISS,istituto superiore di sanità,Italia,OMS,organizzazione mondiale della sanità

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