Magazine Cultura
di Pierluigi Montalbano
Minoici
La civiltà minoica si sviluppò a Creta per un millennio, fra la metà del III millennio a.C. e il 1500 a.C. circa. La sua scoperta e il nome si devono all’archeologo inglese A. Evans che, agli inizi del Novecento, intraprese scavi a Cnosso e scoprì architetture monumentali e una ricca cultura materiale. Secondo Evans, i minoici giunsero sull’isola da Oriente intorno al 3000 a.C.
Nuovi studi suggeriscono che dopo una colonizzazione in età neolitica non vi siano stati altri movimenti migratori. Durante il III millennio a.C. alcuni gruppi emergenti iniziarono a controllare la vita economica e politica delle comunità, sulla base soprattutto di contatti e scambi con le popolazioni mediterranee. Nel II millennio a.C. queste élite promossero l’urbanizzazione ed edificarono i primi palazzi (civiltà palaziale), nei quali gestivano le risorse agricole, le attività manifatturiere, gli scambi, la vita religiosa e amministrativa attraverso una struttura burocratica molto semplice. In questa fase si collocano le prime attestazioni dell’uso della scrittura: il cosiddetto geroglifico minoico e una forma arcaica di scrittura denominata lineare A.
I maggiori centri erano Cnosso, Festos e Mallia, ma vi erano anche siti di dimensioni minori e insediamenti a vocazione portuale, rurale e industriale. Intorno al 1700 a.C. i palazzi subirono una distruzione generalizzata, forse a causa di eventi sismici, ma furono ricostruiti rapidamente. Nel periodo dei secondi palazzi (1700-1450 a.C.), che segnò il periodo più florido della loro civiltà, si assistette a un’intensa urbanizzazione e al controllo del territorio attraverso ville, vere e proprie aziende di gestione amministrativa. Si affermò definitivamente l’uso della scrittura lineare A su tavoletta d’argilla, su papiro e su pergamena. La civiltà minoica si espanse in tutto l’Egeo e nel Mediterraneo orientale, come testimoniano l’ampia distribuzione della cultura materiale e la creazione di colonie o scali. Dopo il decadimento dovuto all’esplosione del vulcano Santorini e la conseguente crisi agricola dovuta ad ampi lembi di terra avvelenati dalle ceneri vulcaniche, intorno al 1450 a.C. i palazzi subirono una nuova distruzione connessa con fenomeni naturali o, secondo alcuni, con l’arrivo di gruppi di greci micenei. A Cnosso si affermò una nuova scrittura, la lineare B, atta a esprimere la lingua greca, ma la vita continuò senza cesure fino al 1300 a.C. circa, manifestando una forte influenza greco-micenea in tutte le espressioni culturali: architettura, artigianato e pratiche funerarie. Creta, lentamente, perse il suo ruolo egemone nell’Egeo in favore dei centri micenei continentali.
Micenei
La civiltà micenea si sovrappone, miscelandosi, all’ultima fase della civiltà minoica. Si sviluppò un mix di culture strettamente legate, e in parte contemporanee, a quelle esistenti nell’isola di Creta e nella Grecia preellenica. L’origine della civiltà cretese (detta anche minoica, da Minosse, mitico re di Creta) si fa risalire alla prima metà del II millennio a.C. e con il suo declinare si giunge al massimo rigoglio della civiltà micenea nel Peloponneso.
Basandosi su confronti cronologici con la civiltà egiziana, A.Evans distinse tre periodi della civiltà cretese: l’antico , il medio e il tardo-minoico, ciascuno suddiviso ancora in tre altri periodi. Le ricerche successive hanno permesso un approfondimento e portato all’introduzione di una diversa nomenclatura: si parla di un periodo prepalaziale (anteriore cioè alla costruzione dei grandi palazzi), che corrisponde alla seconda metà del III millennio a.C.; un periodo protopalaziale (corrispondente all’incirca al minoico medio di Evans), che giunge fino all’esplosione del vulcano Santorini nel 1620 a.C.; un periodo del secondo palazzo, che giunge sino al 1500 a.C.; infine il minoico tardo III (che corrisponde, in Grecia, al miceneo), dal 1400 a.C. sino al 1200 a.C., periodo delle invasioni dei cosiddetti Popoli del Mare.
La civiltà cretese si sviluppa intorno alle corti fastose dei re, i quali detenevano tutti i poteri religiosi e legislativi. Accanto a loro lavorava un corpo di funzionari amministrativi, con gradi e sigilli particolari; a capi militari era affidato l’esercito. La donna godeva di grande libertà. Industrie, officine artistiche, commercio e agricoltura prosperavano; erano sviluppate la caccia e la pesca; alle ottime comunicazioni interne si aggiungevano quelle marittime.
La diffusione della cultura minoica al di fuori di Creta è stata testimoniata per la prima volta dagli scavi di Thera (Santorini): lussuose dimore con suppellettili e affreschi del medesimo livello qualitativo di quelli dei palazzi cretesi nel periodo del pieno rigoglio. Nel corso del XIV a.C. vanno in rovina i grandi palazzi cretesi; nel tardo-minoico III da Creta il centro vitale si sposta nella penisola greca, dove sotto l’influsso cretese erano sorti i palazzi fortificati di Micene e Tirinto e le cittadelle di Pilo, Midea, Argo, Asine, Malthi, Zygùries, nel Peloponneso, e quelle di Atene, Gla, Orcomeno,Tebe.
La civiltà micenea si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo orientale a partire dalla seconda metà del II millennio a.C. e i suoi prodotti arrivarono anche in Italia e in Spagna. La sua decadenza è cronologicamente attestata a partire dal 1150 a.C. forse a causa dell’invasione dorica.
Le popolazioni di Creta e del Peloponneso conobbero la scrittura almeno dal II millennio a.C. Al periodo della scrittura geroglifica (in massima parte ideografica: 2000-1600 a.C. circa), succede quello di una scrittura di segni sillabici e ideogrammi, che rappresenta una semplificazione della precedente, la cosiddetta lineare.
Nelle immagini:
sopra, il principe dei gigli (civiltà minoica)
sotto, una principessa micenea
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