Più ci allontaniamo dalla storia di quegli anni, più sembra necessario parlare di antifascismo. Possibile che la nostra memoria storica sia così corta da un lato e allo stesso tempo ci sia questo desiderio di restaurare un qualcosa che alla storia è stato consegnato da tempo?
Claudio Calia: Guarda, per me il problema comincia da quando certa sinistra ha cominciato a dire che tra partigiani e repubblica di Salò le vittime erano “tutte uguali” e bisognose del medesimo rispetto. > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="217" width="230" alt="ANTIFA!nzine: la responsabilità politica del fumetto >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-50734" />E lo dico senza bava alla bocca, non voglio sputare su tombe e non mi interessa insultare morti o prendermela con cadaveri. Però dal momento che fai passare che chi ha lottato per una causa – qualunque causa – è meritevole – sempre – dello stesso rispetto, stai incentivando la confusione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ed è di questo che oggi paghiamo le conseguenze. Direi che si può vivere senza bava alla bocca ma consapevoli delle diverse responsabilità. Poi non dimenticherei che “fascismo” nel nostro paese sono anche le stragi di Stato, per dirne una, le aggressioni per le strade, l’omofobia organizzata, l’omicidio perché c’hai i capelli troppo lunghi. La mia prima percezione personale sulla pelle di “fascismo” – a parte i bulletti adolescenti che pur ci sono ancora e complice questa confusione sta diventando sempre più un problema di agibilità politica per chi vuole rendere questo mondo un posto migliore dove vivere tutti – è stata il sapere che un tal vicepresidente del consiglio, oggi presidente della camera, stava in una stanza operativa a Genova nel luglio 2001 mentre i Carabinieri ci massacravano gratis aggredendo un corteo autorizzato, fino ad arrivare all’omicidio di Carlo Giuliani, e subito dopo la scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto. Ecco, non proprio ricordi ricoperti di polvere dalla storia: alla fin fine, guardando al passato recente del nostro paese, quella storia semplicemente non è mai finita. E’ l’altra parte – la “nostra” in un certo senso – che per troppo tempo ha ritenuto opportuno far finta di niente per alquanto miseri conti elettorali (che non hanno neanche mai tanto funzionato, mi sembra).
Toni Bruno: L’apologia del fascismo sulla carta è reato ma com’è ovvio a tutti l’Italia tiene un buon record di nostalgici. Crediamo che attraverso la propedeutica antifascista si possono mettere in chiaro vari punti che ancora oggi, per ignoranza storica, non vengono trattati a dovere. Nel primo numero della rivista infatti, ho parlato di Argo Secondari e degli Arditi del Popolo, > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="246" width="240" alt="ANTIFA!nzine: la responsabilità politica del fumetto >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-50733" />primi antifascisti durante il ventennio. Dal “desiderio” di alcuni di volere riportare al presente quanto di più vergognoso il nostro paese è riuscito a creare, nasce la nostra “necessità” di fare in modo che ciò non accada. Questo attraverso l’informazione codificata dal mezzo del popolo, il fumetto.
La mia impressione è che si siano sempre più accentuate le divisioni, trasformando anche il nostro passato in elemento da tifosi. Il 25 aprile o il 1 maggio non sembrano nemmeno più feste e patrimonio di tutti, come dovrebbero essere al di là dell’inclinazione politica, ma simboli di uno schieramento piuttosto che di un altro.
Emiliano Rabuiti: Ma il 25 aprile non è una festa di tutti!!! E’ la festa per la liberazione dal nazifascismo. Chiaro dunque che chi non si riconosce nell’antifascismo non possa riconoscersi nel 25 aprile! Poi, visto che il 25 aprile si ricordano dell’antifascismo anche le istituzioni sta a noi fare un 25 aprile tutto l’anno! Discorso simile vale anche per il primo maggio! Che è un giorno di legittimo riposo per chi si spacca il culo tutto l’anno! E non è solo il concertone a Roma…
TB: Be’ è chiaro che in politica esistono le fazioni, piuttosto mi sembra riduttivo parlare di tifoserie (o meglio, sulle tifoserie ci sarebbe molto da raccontare a cominciare dalle sottoculture giovanili e degli ultrà, testi e documentari di Valerio Marchi aiuterebbero a comprendere meglio l’argomento). Il 1 maggio e il 25 aprile sono date che rappresentano la resistenza e il sacrificio di donne e uomini che hanno lottato contro il potere dittatoriale, a volerla fare semplice direi che è normale che dall’altra parte si cerchi di ridicolizzare tali festività, fortunatamente con scarsi risultati.
CC: Il nodo sta là. Il fascismo non è una “inclinazione politica”. E’ stato proprio il volerlo considerare un’idea come le altre a permettergli di legittimarsi tanto da mettere in discussione la Liberazione, la lotta partigiana,
Fumetto e impegno politico: dopo esser stato relegato alle vignette sui giornali, sembra esserci un fuoco di ritorno. Penso al (doppio!) Male, a Mamma!, al sempre più satirico Vernacoliere e naturalmente a voi… Come vi ponete nei confronti delle altre riviste di satira, cosa vi differenzia e vi accomuna?
CC: Bè, prima di tutto… non ci consideriamo una rivista di satira ;-) Nel senso che abbiamo un angolo “stabile” tra le nostre pagine dedicato alle vignette di Alessio Spataro, ma per il resto la rivista pubblica prevalentemente storie a fumetti, addirittura – caso più unico che raro! – storie a fumetti a puntate, come la mia e di Gianluca Romano cominciata nel numero due, Alex Tirana sempre dal 2, e ZeroCalcare che con il numero tre comincia una storia in due episodi. Poi c’è da dire che a differenza degli esempi citati nella domanda, noi nasciamo dalla pratica politica, con un centro sociale a produrre direttamente l’operazione, il Corto Circuito di Roma, e – non posso fare a meno di dirlo! – una “eredità” che ci portiamo dietro dal progetto Sherwood Comix, con la partecipazione mia e di Emiliano Rabuiti alla redazione. Siamo più o meno tutti persone prima che autori, p
Domanda “leggera leggera”: fare politica attraverso il fumetto, per voi, che importanza e che significato ha?
CC: Il tutto nasce dal fatto che per noi, per me, è importante fare politica, partecipare alle cose di questo mondo, impedirmi di lamentarmi e basta ma provare a cambiare ciò che non mi piace. A quel punto ogni strumento è valido: il fumetto è solo quello che prediligo, dunque unire le due cose mi è semplicemente naturale. Questo non significa che non si faccia manifestazioni, non si attacchini manifesti, ognuno con le proprie possibilità (io ed Emiliano nel dettaglio siamo diventati genitori da abbastanza poco, lui addirittura mi ha doppiato ;-), per cui certi tempi dedicati a certe attività si sono dovuti forzatamente comprimere), non si organizzino eventi di varia natura, dal più strettamente politico all’attività culturale declinata in mille modi. Per me poi il fumetto nel suo confluire di parole e immagini in sequenza ha delle caratteristiche proprie che facilitano la comunicazione con le persone, è uno strumento formidabile sia per rendere comprensibili concetti complessi sia per costruire un rapporto di complicità col lettore diverso da quello delle parole, che in un qualche modo agisce su una parte più intima del nostro cervello.
ER: Chi e’ in ANTIFA!nzine fa ANCHE politica con i fumetti! Ricordo che la rivista è prodotta dal CSOA Corto Circuito, che fa politica tutti i giorni e… con ogni mezzo necessario! Anche con il fumetto, linguaggio in grado di affrontare qualsiasi tematica!!!
TB: Ci siamo presi la responsabilità di raccontare ed è importante che si continui mantenendo alto il valore etico delle nostre idee usufruendo della carta stampata e del web, avvalendoci di licenze libere come le Creative Commons. È un impegno che va portato a termine, facendo in modo che il nostro messaggio arrivi forte e chiaro.
In che circuiti viene distribuita Antifa!nzine?
CC: ANTIFA!nzine è giovane, stiamo insieme da appena un anno e siamo giunti al terzo numero. Non so se possiamo ancora parlare di “distribuzione” ;-) A parte la presenza alle fiere di fumetto che cerchiamo di garantire per parlare con “altri da noi”, è presente in parecchi centri sociali e in molti altri lo sarà presto, soprattutto attraverso frequenti presentazioni in giro per l’Italia. E’ una rivista nomade che viaggia attraverso festival musicali e iniziative politiche, meno spesso in fumetteria anche se ci impegneremo di più anche in questo settore.
Chi sono i suoi lettori e come si rapportano alle vostre opere e a voi?
CC: Ad appena un anno dalla sua uscita direi che ANTIFA!nzine è riuscita a diventare un piccolo punto di riferimento “a fumetti” per il “nostro” mondo dei centri sociali – quantomeno a parte i fratelli di Burp! Deliri Grafico Intestinali di Bologna mi risulta che siamo l’unica rivista di questo tipo con una certa diffusione -, e come primo obiettivo direi che è già stato molto. Ora siamo in preda all’inesperienza sulla “pubblicazione periodica”, ci ritroviamo con un numero uno che abbiamo molto promosso, è stato diversi mesi in circolazione ed ha venduto molto bene, ed un numero due che invece ha avuto poco tempo di vita per essere ben presentato in giro e diffuso. Con il numero tre cercheremo di colmare questa lacuna: praticamente ogni posto in cui presentiamo l’albo diventa un nuovo punto di distribuzione, per cui non ci rimane che preparare gli zaini, rimboccarci le maniche e prepararci a girare un po’ ;-)
Lontani dai grandi circuiti, dai palchi televisivi, dai mass media: quale può essere il vostro ruolo e quali obiettivi vi prefissate?
CC: Ma guarda. Siamo sicuri che siamo lontani dai “grandi circuiti”? Boh, è dall’esperienza di Sherwood Comix che vedo questo fenomeno: libri e mostre esposti ad un pubblico eterogeneo composto da migliaia di persone (nel dettaglio in questo caso penso allo Sherwood Festival dove nacque il progetto), magari durante un concerto dei Subsonica o con Caparezza che ti presenta il volume dal palco, e “il mondo dei fumetti” a pensare che siamo noi quelli “fuori dai grandi circuiti” ;-) Abbiamo fatto leggere fumetti ad un sacco di gente che magari non gli avrebbe mai letti, e con questo sono convinto che abbiamo fatto bene a tutti e non solo ai nostri fumetti. Lo abbiamo fatto cercando di realizzare storie che andassero incontro al vissuto di persone che in un fumetto non pensavano di poter trovare una parte di sé stessi,
Abbiamo parlato di:
ANTIFA!nzine n. 3
A cura di Corto Comix: Toni Bruno, Claudio Calia, Semir Corirossi, Daniele Magrelli, Emiliano Rabuiti, Gianluca Romano, Fabio Scaramella, ZeroCalcare
Fumetti e scritti di: Alex Tirana, Emiliano Rabuiti, ZeroCalcare, Marco Lupo, Kirapuntozero, Toni Bruno, Lorenzo Face, Gianluca Romano, Claudio Calia, Officina Infernale, Stefano Misesti, Alessio Spataro
Corto Comix, 2012
64 pagine, brossurato, bianco e nero – 5,00€ + 1,40 di spese postali
Info: www.globalproject.info/it/produzioni/ANTIFAnzine-n-3-Anteprima/11321
ANTIFA!nzine #2: download gratuito
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