Il mercato illegale di farmaci venduti su internet riguarda per lo più medicinali contraffatti e dunque pericolosi
La Food and Drug Administration americana ha di recente inviato un centinaio di lettere di avvertimento alle aziende che vendono online farmaci pericolosi e che devono dare risposta sul tipo di violazione della legge contestato entro 15 giorni. Se non correggono quanto valutato illegale sui loro siti web oppure documentano ciò che promettono online, le autorità preposte procedono con l’azione giudiziaria.
Il mercato illegale di farmaci venduti su internet riguarda per lo più medicinali contraffatti e dunque pericolosi, oltre che inefficaci. Sempre più spesso, poi, si tratta di farmaci antitumorali.
Nel febbraio scorso un editoriale pubblicato dalla rivista Lancet dava notizia che negli Usa (secondo una denuncia sempre della Fda) 19 gruppi di medici avevano acquistato all’estero una versione contraffatta del farmaco anticancro bevacizumab.
Il problema, tuttavia, non è soltanto americano: nel 2007 e 2008 eparina contraffatta di origine cinese ha provocato la morte di 149 pazienti. Anche l’Europa, poi, non è immune dal problema: nel 2009 vennero sequestrati in due mesi 34 milioni di compresse contraffatte tra antibiotici, anticancro e sildenafil (Viagra). Le truffe riguardano sia i medicinali generici che quelli di marca: antidolorifici, antipiretici, sedativi, antibiotici, cardiologici, antitumorali, antidiabetici, anti-AIDS, antimalarici.
L’industria della contraffazione secondo i dati disponibili vanta un fatturato di oltre 200 miliardi di dollari. La maggior parte dei prodotti falsi proviene dall’Asia e pure l’un per cento dei medicinali venduti in Ue è contraffatto. In base agli esiti dell’indagine realizzata e presentata dal gruppo socialdemocratico al Parlamento europeo nel febbraio 2011 («Fake medicines: a global issue») il 62 per cento dei farmaci acquistati in rete è falso; il 95,6 delle farmacie online è illegale; nel il 94 per cento dei siti web l’identità del farmacista non è verificabile; oltre il 90 per cento dei siti web in questione vende senza ricetta medicinali soggetti invece a prescrizione.