Antonia Arslan, di origini armene, è una scrittrice di succeso. Ha raccontato la tragedia del suo popolo al momento dell’implosione dell’Impero ottomano (1915-1922) in due libri – La masseria delle allodole e La strada di Smirne – che ho comprato ai saldi di Amazon e che ho cominciato a leggere durante i miei spostamenti da una riva all’altra del Bosforo. Un paio di giorni fa, in un’intervista al Corriere del Veneto (ringrazio anche stavolta Mattia Bordignon, che verrà presto nominato co-autore del blog), se l’è presa con l’ambasciatore della Turchia in Italia: colpevole di aver scritto delle lettere di protesta ad alcuni comuni – nel veneto e di altre regioni – rei di aver “riconosciuto” con atti formali il genocidio armeno. Mi chedo: ma perché mai un qualsiasi comune italiano dovrebbe prendere posizione su cos’è successo nell’Impero ottomano un secolo fa? La ragione davvero mi sfugge.
Dichiara la Arslan: “Il genocidio armeno del 1915 è ormai riconosciuto universalmente dalla comunità degli storici. Anche l’opinione pubblica in Turchia è molto più avanti delle posizioni ufficiali del governo e discute ormai apertamente della tragedia armena e di tutti i danni che l’eliminazione delle minoranze portò anche alla maggioranza turca”. Sì e no. Ha ragione quando sostiene che la società civile (la società civile, non l’opinione pubblica nel suo insieme) ha fatto passi da gigante nel prendere coscienza di un passato tragico e brutale (ne ho parlato in occasione della commemorazione del 24 aprile a Istanbul); ha invece torto marcio quando afferma che esiste un’unanimitò di vedute nella comunità degli storici: c’è ancora molto da fare negli archivi, le interpretazioni sono molto variegate. Tra l’altro, ma perché chi ha scritto questo articolo non ha sentito “l’altra campana”? Misteri del “giornalismo” contemporaneo.
COMMENTI (1)
Inviato il 17 aprile a 11:56
Spett.le redazione, in occasione del 24 aprile, giornata del ricordo del genocidio armeno, vorremmo segnalare sul vostro sito internet l'uscita del libro curato da Rosetta Bolletti SCRITTURA E MEMORIA (Edizioni Frenis Zero). Il libro raccoglie i contributi presentati all'omonimo convegno svoltosi a Padova nel 2007, organizzato dalla sezione veneta della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (S.I.P.P.), inerenti il libro di Antonia Arslan 'La masseria delle allodole'. Dopo la presentazione di Marilena Morello e la prefazione della curatrice, Rosetta Bolletti, Antonia Arslan nel suo capitolo illustra come è nato il romanzo 'La masseria delle allodole' e quanto sia stato faticoso nella trasmissione trans-generazionale della propria famiglia recuperare la memoria del genocidio armeno. Seguono i capitoli scritti da Janine Altounian, da Silvia Amati Sas, da Pia De Silvestris e da Anna Sabatini Scalmati, ognuno di essi teso a sviluppare un tema del romanzo in un'ottica di riflessione psicoanaltica. E' disponibile anche un breve video di presentazione del libro al link http://www.youtube.com/watch?v=T4wECQI0KWo Per info: http://web.tiscali.it/hermann1889/homepage.html