Lei è nata nel 1986, è stata prima della classe alle elementari e alle medie, si è laureata in scienze e tecnologie della comunicazione con 110 e lode, poi presenta una «laurea magistralis cum laude» in editoria e giornalismo, esperienze di studio all’estero, diploma di recitazione, una decina di stage, qualche lavoro in nero, nessuna esperienza di lavoro legalmente riconosciuta. Ha di caratteristiche simili a quelle che è possibile riscontrare in tanti giovani che si affollano sulle soglie del mercato del lavoro. Quando entrano nel «mercato» spesso sono costretti a dimenticare i «saperi acquisiti». Uno spreco che una vera riforma del lavoro dovrebbe evitare.
Con l’opera di Alessia Rapone entriamo nel mondo di coloro che vivono nei call center o nei panni dei DJ. E attorno alle loro vicissitudini Alessia ha costruito un prodotto crossmediale formato da un cd audio, un blog (http://www.paroleincuffia.blogspot.com), una pagina Facebook (L’acchiappasuoni). Il tutto è stato presentato al teatro Sette di Roma. Nella sala al buio è andato in scena… il suono.
Un mosaico di voci, di musiche, di testimonianze, interrotto a sprazzi da personaggi vivi che irrompevano tra gli spettatori per leggere citazioni di scrittori, poeti. Come questa di Elio Vittorini: «Occuparsi del pane e del lavoro è ancora occuparsi dell’anima». O questa prescrizione del Talmud: «Ogni padre è obbligato a insegnare al figlio un mestiere; chi non insegna a suo figlio un mestiere, gli insegna a diventare ladro». L’autrice, Alessia Rapone, si presenta come «giornalista e copywriter per iniziative di comunicazione online» ma soprattutto «trascinatrice mai pentita degli artigiani che ha incontrato sulla sua strada». Ha trascinato con sé un gruppo di altri ragazzi. Con lo scopo di far ascoltare «le nostre passioni e i nostri sogni da trasformare in progetti di vita (in tempi di crisi sembra impossibile ma non lo è». Ecco «un progetto di vita». È il sogno di tanti giovani. Da non deludere, professoressa Fornero.