Antonietta e il ricordo di Daniele

Creato il 06 febbraio 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

“Non so più cosa significhi avere paura. Ho conosciuto il dolore più atroce. Ma non ho intenzione di arrendermi. Ogni giorno mi alzo e mi carico. Cerco bambini che soffrono come il mio piccolo Daniele e combatto per loro. Non è facile, ma questo mi fa sentire viva. E ancora utile”.
Sono le parole di Antonietta Parisi, laziale, che per anni ha cercato di strappare suo figlio agli effetti devastanti dell’Aids, senza riuscirci. Oggi è impegnata a realizzare progetti per alcuni ospedali.
“Tutto è iniziato il 13 settembre del 1984 – racconta – quando io e mio figlio ci siamo adottati, dopo la morte della sua mamma biologica, affetta da Aids, in un legame inscindibile. Ricordo i suoi occhi neri e il suo corpo esile. E, soprattutto, la sua sensibilità. Spesso non dovevamo parlarci per capirci. Nonostante la sua malattia era un bambino allegro. Siamo stati benissimo insieme e se oggi ho tanta forza per andare avanti è perché ho sempre nel suo cuore il suo sorriso, le sue parole di speranza. Ho tanti segni che lui non mi ha lasciata sola e vuole che continui a lottare per altri bambini. Daniele con la sua determinazione mi ha insegnato tanto. Non dimentichiamo una cosa: mio figlio è il bambino che più a lungo è riuscito a sopravvivere e convivere in Aids conclamato. I suoi insegnamenti sono stati più forti della malattia e della morte stessa. Oggi mi sembra più vivo di ieri, ecco la ragione per cui, finita una battaglia, ne ho iniziata subito un’altra”.
Antonietta  allude al Sollevatore, l’apparecchio per spostare senza traumi le persone in coma. donato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina e quello di Ipertermia, che regalerà a breve, utile a bloccare le metastasi tumorali. Progetti questi che porta avanti  con coraggio e grazie ai proventi della vendita del libro: “La Forza dell’Amore”, Edizioni C’era una volta srl, scritto da Cerasella Da Ros, in cui si racconta la sua storia.
“Questo libro – aggiunge Antonietta, che ha la prefazione del professor Ferdinando Aiuti – è frutto di ricordi, dolore, ma soprattutto di amore e speranza. Ho sofferto molto nella mia vita. Ma oggi mi sento ancora una guerriera. Mi auguro che il libro regali coraggio a tante mamme e bambini frustrati da tanta sofferenza”.
                                                                                                                           Cinzia Ficco


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