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Antonio Canestrelli, L’Abbazia di San Galgano

Da Paolorossi

La grande Abbazia di San Galgano nel piano della Merse, presso Chiusdino, nell' antico " Stato di Siena, " ebbe la sua prima origine da una Cappella e da un piccolo Monastero eretti circa l'anno 1185 sul Monte Siepi, nel luogo stesso dove, secondo la leggenda, Galgano Guidotti chiusdinese, si ridusse nell'anno 1180 a vita eremitica infiggendo, a guisa di croce, la sua spada nelle fenditure di un masso.

Narra la leggenda che Galgano visse in quel romitorio circa un anno, e che ivi morì il 3 dicembre del 1181 in età di 33 anni. Narra pure che Ugo dei Saladini vescovo di Volterra, e Giovanni vescovo di Massa Marittima, recatisi a visitare l' eremita Galgano e trovatolo estinto, gli dettero onorata sepoltura, assistiti dai tre abbati cistercensi, di Casamari in quel di Veroli, di Fossanuova nel Terracinese, e di Sant'Anastasio alle Tre Fontane presso Roma; i quali, tornando con vari monaci dal Capitolo generali del loro Ordine tenuto in Francia, erano sbarcati nella Maremma Senese, diretti a Roma, e smarritisi per via si erano ritrovati sul Monte Siepi.
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Il tempio e la grande abbazia cistercense di San Galgano sono nel loro insieme uno dei monumenti più caratteristici dell' architettura monastica del XIII secolo, non pur di Toscana ma d'Italia: e le loro maestose rovine hanno ancora tale importanza, da offrir modo all'artista che accuratamente le studi, di ricostruire nella sua mente l'immagine completa di quelli splendidi edifici e di trarne ispirazioni sublimi.
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Al presente non rimane più alcun vestigio né delle costruzioni che formavano i lati sud e ovest del chiostro (la chiesa ne costituiva il lato nord), nè dell'ala di fabbricato che dal Refettorio si distendeva verso est, e conteneva la cella abbaziale e la sua loggia; nè delle infermerie, che sembra sorgessero a tergo della chiesa e del cimitero, come a Casamari. e che fossero demolite nella prima metà del XVI secolo.

Le parti dell'Abbazia che ancora esistono, oltre i ruderi importanti della chiesa, sono : al piano terreno, la Sagrestia inferiore oggi ad uso di cantina, la Sala Capitolare ridotta a tinaia, e il Refettorio diviso in più parti che servono per stalle e per altri servizi colonici: al piano superiore, gli antichi dormitori dei monaci trasformati ora in abitazioni di coloni e di pigionali.
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La pianta del tempio di San Galgano ha una grande analogia con quella della chiesa di Casamari. Essa è perfettamente orientata secondo le regole liturgiche, cioè coll'abside volto a est e la facciata a ovest, ed ha la forma di croce latina a tre navate con otto valichi per parte nel braccio maggiore della croce, compresovi quello che mette al collaterale del transepto.
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( Antonio Canestrelli, brano tratto da "L'Abbazia i San Galgano" - Fratelli Alinari Editori, 1920 )

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