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Antonio Lanza su COMPITU RE VIVI

Da Narcyso

È un libro che per ampi tratti affronta il tema della madre, questo “Compitu re vivi” (Il dovere dei vivi) del siracusano Sebastiano Aglieco che, come a volte accade quando un poeta si trova a dover scendere nel buio di un sentimento così ancestrale e complesso, decide di usare la lingua più prossima alla sfera degli affetti: il siciliano. Questa scelta assume ancora più rilevanza e significato per un poeta come Aglieco che ha lasciato la Sicilia e la sua Sortino a ventiquattro anni, nel 1985, per Monza, città «dove non ha messo mai radici».
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