Il gesto di Antonio Leoni è stato nobile: non ha voluto licenziare nessuno e ha preferito pagare di persona per un errore che nemmeno era stato commesso. L’articolo di Fabrizio Loffi, accusato forse di quale lesa maestà, non ha affatto un tono offensivo e non merita proprio critiche così pesanti.
Turba anche il valzer di Leoni, che ha dapprima criticato Arvedi in modo esplicito, chiaro, documentato, per poi lavorare per lui.
Antonio Leoni, come ha commentato Andrea Virgilio (Pd) “ha fatto la storia del giornalismo cremonese, mi spiace molto per lui”. Il licenziamento è stato compiuto all’interno di un’azienda privata, e non ci sono state comunicazioni ufficiali. Di qui la prudenza del capogruppo provinciale del Pd.
Resta evidente il monopolio sempre più duro di cui soffre il sistema dell’informazione cremonese.
La tragedia è la mancanza di libertà. Senza informazione libera e corretta non c’è libertà di scelta.