La Rai è, per la prima volta, completamente digitale. Non accadeva da decenni che l'evoluzione tecnologica avesse un impatto così significativo sulle vite di tutti noi.
Il digitale è una tecnologia invisibile che ci accompagna dovunque noi siamo, tanto che non è mai stato così facile superare i limiti di spazio e tempo che caratterizzavano la nostra vita quotidiana.
Per me, ad esempio, significa essere sempre operativi e non smettere mai di esplorare ciò che succede nel mondo dei media, della comunicazione, dell'informazione, dell'intrattenimento…sono anch'io, come si usa dire, "always on".
Per Rai nel suo complesso, il passaggio al digitale ha significato riformulare modelli produttivi e linguaggi, ampliare temi e coperture, estendere la propria offerta di contenuti e renderla sempre disponibile: "always on", appunto. In pochi anni siamo passati da 3 canali a 15 e a breve potenzieremo anche l'offerta in Alta Definizione con ben 4 canali trasmessi in HD, per accompagnare la qualità del prodotto con la qualità tecnologica e raggiungere tutti i pubblici. Il tutto rafforzando l'identità forte e riconoscibile dei nostri contenuti.
I numeri dell'offerta Rai sono impressionanti e, come sempre, senza paragoni in Italia e in Europa: 14.000 ore di informazione, 6.500 di intrattenimento, 18.000 di programmi per bambini e ragazzi, 7.000 di fiction di produzione, 18.000 di sport. E ben 24.000 ore di cultura. Nessuno è come noi. In un contesto che mette in competizione gli strumenti (Televisore, Computer, Tablet, Smartphone…) vince chi ha come obbiettivo primario la qualità del prodotto, conquistando ogni giorno la fiducia del proprio pubblico.
Nessuno come noi tiene insieme qualità e ascolti, su tutti i media e su tutte le piattaforme, in costante dialogo con tutti i propri molteplici e diversificati pubblici. Che tuttavia, periodicamente, tornano ad essere un unico grande pubblico che si raccoglie intorno ai nostri "eventi universali".
Si spiegano così i 9 milioni di ascoltatori per la diretta per la proclamazione di Papa Francesco, i 12 milioni e mezzo per la Costituzione letta da Benigni, gli 11 milioni per la fiction Volare… e i 13 milioni di ascoltatori per Sanremo. Dei 10 programmi più visti della stagione, 8 sono targati Rai. E Rai riesce a coinvolgere il pubblico anche negli eventi social: a maggio The Voice of Italy è stato il primo brand per interazione su Facebook, con 211 interazioni giornaliere per ogni mille fan. Nell'immediato futuro lo sviluppo e l'integrazione tecnologica rappresentano prerogative del sistema Paese e quindi della Rai.
Dopo la completa digitalizzazione del Tg2 è in corso quella delle altre testate giornalistiche, innovazione che permette di ottimizzare i processi e il prodotto finale in termini di qualità, di tempismo, di distribuzione multipiattaforma. E proprio nei contenuti cross mediali e multipiattaforma risiede la sfida del prossimo anno di Rai, attenta anche alle ibridazioni tra i generi, come l'inserimento delle Web Series all'interno della
programmazione televisiva di flusso.
Anche in virtù di queste sperimentazioni, la Rai sarà sempre più presente e attiva sui social media, anche in cerca di feedback e suggerimenti da parte dei pubblici più difficili da raggiungere
Antono Marano
Vicedirettore Generale
Coordinamento dell'Offerta Radiotelevisiva