Duccio Canestrini ci presenta l’antropologia culturale in un modo creativo e illuminante forse perché ha avuto in sorte il dono gioioso dello scriver chiaro.
Il mondo, oggi e da sempre, è una perenne mutevolezza, un gioco di crescere e decrescere, colmarsi e vuotarsi, finire e ricominciare.
L’antropologia culturale può farci capire il significato di alcuni cambiamenti in atto e in questo libro si spiega che niente e nessuno a questo mondo è libero da influenze e, nel caso qualcuno lo fosse, questo qualcuno qualche problemino lo avrebbe.
“La metafora della muraglia, dell’argine, della barriera non ha mai retto per quanto riguarda le culture. Le connessioni sono virali e i virus mutano.”
L’antropologia, se si sa leggere, è qui, davanti a noi, ubiqua e onnipresente.
L’antropologia oggi è pop quando si parla di cultura popolare e quindi di fumetti, di cinema, di social network, di oggettistica o di usi e costumi. E’ pop perché è popolare, conosciuta, quindi per tutti. Perché è in grado di leggere fatti e fenomeni attualissimi e diversi fra loro. Perché c’è qualcosa di più della realtà che possiamo vedere, sapere, esplorare.
Duccio Canestrini, Antropop – La tribù globale, Bollati Boringhieri 2014.