2002: Antwone Fisher di Denzel Washington
Prima (e riuscita) regia di uno degli attori giustamente più celebrati del cinema Americano.
Alla sua prima direzione Denzel Washington affronta una storia vera che in altre mani sarebbe facilmente caduta nel pietismo nella retorica nel sentimentalismo nel melodramma più fastidioso… Washington evita abilmente il pericolo con uno stile asciutto e sobrio non trascurando però spettacolarità e coinvolgimento. Umilmente e generosamente si relega nel ruolo non primario e si mette al servizio del protagonista (un bravo ed intenso Derek Luke, che rivedremo nell’ottimo Leoni per agnelli) di cui seguiamo le vicissitudini con interesse e trepidazione, immergendoci in una narrazione forse non del tutto originale ma non per questo meno sincera.
Giustamente Antwone Fisher è stato incoronato da numerosi premi e riconoscimenti.
Fiore all’occhiello del film è l’eccezionale performance di Viola Davis: ne Il Dubbio le basterà una sola lunga scena per evidenziare un talento fuori del comune, qui in una semplice apparizione di non più di dieci-quindici minuti strappa l’applauso in una vera e propria lezione di recitazione (quando Hollywood si deciderà a farne una protagonista?).
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