Magazine Internet

Anziani fuori, giovani dentro

Da Terzosettoresocialnetwork @TerzoSettoreSN

Anziani fuori, giovani dentroUn part time degli ultimi anni per chi è vicino alla pensione, un contratto di apprendistato per i giovani che entrano in azienda: in questo sostanzialmente consiste il contratto generazionale, un modello di gestione morbida del passaggio del testimone tra giovani e adulti. I primi accordi sono in Lombardia a Milano, poi a Torino e in Friuli, finanziati dallo Stato.
Secondo il sondaggio realizzato da Gfk Eurisko per Manageritalia nella settimana tra il 17 e il 21 gennaio, su un campione rappresentativo di 600 cittadini italiani occupati di tutte le età, i lavoratori over 60 possono continuare a dare il loro contributo alle aziende e alla società giocando un ruolo nuovo. Possono restare al lavoro diminuendone però la mole (85% di consensi) ma possono anche restare in gioco accettando una sfida: quella di legare la retribuzione ai risultati, aumentando la quota di stipendio variabile (59%). Gli scettici in ogni caso pensano che a 60 anni non tutti possono sempre dare il massimo di sé (48%). Molti ritengono che per gestire l’allungamento dell’età pensionabile sia comunque necessario l’impegno delle aziende per una produttiva permanenza al lavoro di tutti i lavoratori (91%), ma anche la capacità dei singoli di mantenersi personalmente e professionalmente in forma (78%).
Per i lavoratori in generale, poi, i giovani non sono affatto troppo esigenti (choosy) o scansafatiche (65%), anche se pensano che ormai in azienda si sia aperta una vera e propria guerra tra giovani e più anziani: i primi scalpitano per crescere e i secondi sono obbligati a restare al lavoro più a lungo (68%). I manager possono e devono aiutare i più giovani a inserirsi e a lavorare al meglio in azienda (96%), ma solo uno su due (53%) ritiene che i giovani abbiano un grande rispetto per chi è più anziano e può trasmettere loro esperienza e competenza. Il 45% pensa che i giovani che entrano nel mondo del lavoro rubano il posto ai più anziani solo quando il minor costo prevale su tutto.
Si fa strada anche la funzione del tutor che i lavoratori senior potrebbero svolgere verso i più giovani. Quasi tutti sarebbero disposti ad accettare un incarico volto a trasmettere la propria esperienza ai giovani (93%) e un’ampia quota (70%) sarebbe disponibile a concordare su base volontaria con l’azienda una riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione, con il mantenimento di una contribuzione pensionistica pari al tempo pieno precedente, in cambio del tutoraggio verso un giovane. Pochi sarebbero invece orientati a concordare con l’azienda una riduzione secca di orario e retribuzione (44%) e ancora meno ad accettare un pensionamento anticipato con decurtazione della pensione per assumere un giovane (32%).

Redazione Global Publishers
Fonte: LaStampa.it


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :