È una normativa ancora incompleta quella relativa all’attestato di prestazione energetica (APE) nel nostro paese: è trascorso infatti quasi un anno e mezzo dalla legge 3 agosto 2013, n. 90 (lo strumento che ha recepito la Direttiva 2010/31/UE) e dei fondamentali decreti di attuazione non si intravede nemmeno l’ombra. Latitano pertanto le statuizioni inerenti ai nuovi limiti da rispettare nel rilascio della targa di efficienza di case, singoli appartamenti, uffici.
Come conseguenza a tale ritardo emerge pertanto che per stilare un APE oggi continuano a essere validi i criteri che fanno riferimento ancora al vecchio attestato di certificazione energetica (ACE), che non è più in vigore da metà del 2013. Nel frattempo però alcune novità sono giunte ad irrorare l’attuale panorama della disciplina in materia di efficienza energetica: dal 2 ottobre scorso, infatti, sono entrate in vigore le nuove parti 1 e 2 delle norme UNI/TS 11300, che si occupano del bilancio energetico dell’immobile e del fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione e l’illuminazione.
Attraverso tale entrata in vigore è venuto a modificarsi il metodo di calcolo utilizzato per il rilascio della certificazione energetica su tutto il territorio nazionale (con le sole eccezioni di Lombardia, Provincia di Bolzano e Valle d’Aosta, territori in cui vigono i sistemi locali di Cened, Agenzia Casa Clima e Beauclimat). Ma andiamo a passare in breve rassegna le novità condotte dalle nuove norme UNI.
Per un elenco completo e dettagliato di tutte le novità leggi l’articolo Nuova UNI TS 11300 parte 2 (2014), ecco l’analisi di dettaglio.
La novità più significativa, secondo Simone Martinelli, responsabile della materia per Assotermica, è l’introduzione della metodologia di calcolo dell’illuminazione, “parametro previsto dal nuovo APE e che dovrà essere registrato nella certificazione degli edifici terziari. Prima, questa parte era del tutto assente”. Altra interessante norma è rappresentata dal calcolo della ventilazione meccanica, che nelle precedenti norme UNI era trattato in poche righe, mentre ora è stato notevolmente approfondito, per una valutazione molto più raffinata.
Per la misurazione dei consumi di acqua sanitaria, sono state scandite in maniera inedita e rimodulate le tabelle di riferimento, rese più simili alla realtà: “Un accorgimento – spiega sempre Martinelli – che riguarda non tanto gli edifici residenziali, ma più che altro quelli a uso scolastico, ospedaliero o ricettivo, per cui risultava difficile, fino ad oggi, stimare i consumi secondo valori veritieri”.
Per altere informazioni in materia di APE leggi l’articolo APE e obbligo di informativa: in cosa consiste e quali sono le sanzioni.
“Le novità sono importanti, anche se siamo di fronte tutto sommato a una piccola rivoluzione –afferma Rossella Esposti, direttore tecnico dell’Anit (Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico ). Le regole, secondo la Esposti “diventano, in generale, più stringenti rispetto a prima. Ad esempio, per ciò che riguarda i ponti termici, viene approfondita la metodologia per calcolarli. Uno sforzo che richiederà a chi opera sul mercato l’acquisizione di competenze e un necessario aggiornamento”.
Nel frattempo non resta che attendere, alla luce di queste novità, l’emanazione delle norme attuative relative alla legge 90: un’emanazione che dovrebbe giungere, secondo alcuni, entro la fine del 2014.