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Aperi...Che?

Da Sandalialsole
Faccio finta di non ricordarmi se il tema del lunedì sia l'abbigliamento o più in generale la moda. Così mi fermo sul ciò che va di moda, anche se ha poco a che vedere con abiti o scarpe. 
A Milano va di moda l'apericena.
Non escludo sia una moda già sul viale del tramonto, per altro. Non l'ho praticata abbastanza per sapere se sia ancora in voga o meno. Fatt'è che ogni tanto qualcuno mi ci invita, per cui pare che sia un'usanza non del tutto estinta.
Una volta, tra amici, ci si invitava a casa per un aperitivo, già sapendo che sarebbe arrivata quell'ora in cui si sarebbe messa sul fuoco la pentola per una pasta, così da proseguire allegramente la serata oltre l'ora canonica dello Spritz o dello Sbagliato (che in fondo siamo a Milano, non dimentichiamocelo).
L'usanza era talmente consolidata, che gli amici arrivavano già portando con sé qualcosa che sarebbe andato bene per il "dopo", dal salame al dolce, tanto lo si sapeva come sarebbe andata a finire.
Poi sono arrivate le P.R. milanesi. Ed è iniziato il disastro. Perché l'orribile nome lo hanno inventato loro, le muse del club della tartina. Quelle del Ciao Cara Come Stai? Ti vedo In Forma! Quelle del Posticino Carrrrrrino (arrotando un po' la R). Quelle dell'invito alla Seratina visto che latiti ai Pranzetti.
(Si, le maiuscole le mettono loro, si sente come le pronunciano).
L'Apericena. Non aperitivo, non cena, ma un miscuglio di entrambi, piatti caldi, piatti freddi, il Frittino (si si anche il Frittino con la maiuscola) appena fatto, il formaggio con il miele e le marmellate. Annaffiato con quel che ti pare. Dal Mojito in su va tutto bene. L'acqua non è contemplata. Il vino c'è, ma tendono a nasconderlo.
E i barman milanesi non se lo son lasciati sfuggire.
Perché con l'Happy Hour eran costretti a calmierare i prezzi.
Con l'apericena possono calcare la mano.
E il milanese, quello imbruttito di molte storielle che girano su Internet, ci casca mani e piedi.
Portafoglio alla mano, ça va sans dire.

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