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Aperitivo con Moschino

Creato il 15 marzo 2012 da Silkandscissors

Ieri sera, all’auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, si è svolto un dialogo tra tre professionisti, non solo del settore moda: al microfono Rossella Jardini, direttrice creativa di Moschino, accompagnata dal linguaggio altisonante del giornalista Antonio Mancinelli e dal supporto, quasi genitoriale, di Beppe Modenese (direttore della camera della moda italiana).

Aperitivo con Moschino

Di queste esperienze valuto sempre il loro risvolto sui miei sentimenti, perchè quando una mostra, una foto o un discorso fatto davanti ad una folla non trasmettono emozioni, significa che che l’espositore non credeva in quello che ha partorito.
Loro tre insieme, invece, hanno comunicato tutto quello che c’era da proclamare sulla maison Moschino.
Tra i tre c’è una forte complicità nata nell’ambito lavorativo, sinonimo di un lavoro che è passione bruciante.

Quando Rossella parla di Franco Moschino, morto a 44 anni di AIDS, sembra stia parlando di un fratello maggiore per cui nutre rispetto e amore, per il quale realmente ha lavorato divertendosi, senza il quale non sarebbe quella che è ora.
Parla di lui come se fosse nell’altra stanza, con rancore ma anche grande rispetto.

Aperitivo con Moschino

C’è chi ha talento e chi ha mestiere. Franco aveva talento e io ho il mestiere”, dice sorridendo e con modestia.

Ma diamo un breve accenno di quel che è il marchio Moschino, nato del 1983, che nel 1988 si ramifica in prima linea e Moschino Cheap and Chic, una linea più economica. Il marchio Moschino è la controtendenza del fashion system, una rivoluzione dei soliti dettami che si è sempre distinta grazie al grande studio sulla comunicazione. Moschino privilegia la libertà di vestirsi, in battaglia contro la legge del ‘total outfit’ che vigeva negli anni ’80, quasi autolesionandosi, pur di vedere i propri clienti liberi.

Quando Franco smise di disegnare la sua linea Cadette, divenne un comunicatore. Non gli interessavano le critiche”,
ricorda Rossella.

Aperitivo con Moschino

C’è chi però non riesce ad andare oltre all’ironia dei capi, invece di vederne l’intenzione futuristica, la profondità e la ”leggerezza intesa non nel senso più futile del termine”, come specifica il giornalista Mancinelli. Moschino non è solo ironia, ma cura maniacale dei particolari, ricerca dei tessuti, Made in Italy. Come dice Rossella, ”a tanti può non importare com’è fatto un orlo; a me può ancora far venire una crisi di nervi’‘.

Nel mentre, scorrono le immagini delle sfilate, dagli anni ’80 in poi: modelle corrono, ridono, ballano sulla passerella, colori, palloncini, acrobati, questo ‘caos’ di allegria è la tesi della libertà Moschino.

In prima fila ad ascoltare c’erano torinesi popolari come Kristina T, le sorelle Sanlorenzo, titolari dell’omonima boutique, e Noris Morano, consulente d’azienda.
Oggi, per l’appunto, inaugura uno spazio dedicato al marchio all’interno della Boutique Sanlorenzo di Piazza Solferino: andiamo a vedere un po’ di cuori e di fiocchi, per rallegrarci!

Beth

English translation

Last night, in the auditorium of the museum Sandretto Re Rebaudengo in Turin, there was a dialogue between three people: Rossella Jardini, the creative director of Moschino, accompanied by the journalist Antonio Mancinelli and support by Beppe Modenese (director of the chamber of the Italian fashion).

I rate this experience always their implication on my feelings, because when a show, a photo or a speech does not convey emotions, which means that the exhibitor did not believe in what has given birth.
The three of them together, however, have reported everything there was to be proclaimed on Moschino.
Among the three, there’s a burning passion in their work in fashion.

When Rossella comes to Franco Moschino, who died at 44 years of AIDS, seems to be talking about a big brother that have respect and love, without which it would not be what it is now.
She speaks about him as if he were in the other room, with great respect but also resentment.

” Some people are talented and some have a job. Franco was talented and I have a job,” she smiles modestly.

I give a brief account of what is the brand Moschino, born in 1983, who in 1988 also raises Moschino Cheap and Chic, a more economic line. The brand Moschino is going against the fashion industry, a revolution who’s always stood out thanks to the great communication studies. Moschino prefers the freedom to dress in battle against the law of the ‘total outfit’ that prevailed in the ’80s.

” When Franco stopped drawing his line Cadette, became a communicator”,
Said Rossella.

Moschino is not only ironic, but has meticulous attention to detail, fabric research, Made in Italy.

In the meantime, scroll through the pictures of the catwalks, from the 80s and older: Models run, laugh, dance on the catwalk, with colors, balloons, acrobats, this ‘chaos’ theory of happiness is the freedom of Moschino.

In the front row of the auditorium were popular turin people as Kristina T, Sanlorenzo sisters, owners of the boutique Sanlorenzo, and Noris Morano, adviser.



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