Alaska o Sesia ?
“Le probabilità di fallimento non dovrebbero mai distoglierci dal sostenere una causa in cui crediamo”
Abraham Lincoln (16° Presidente degli Stati Uniti – riferendosi alla ormai prossima Apertura della Pesca alla Trota)
Appena chiude la stagione alla trota comincia – subdola, inconscia, eterna – l’attesa per l’apertura.
Questo anno l’attesa per noi anonimi è stata particolarmente dura : poche catture, poche emozioni e le tante responsabilità ( o sbattimenti ) ci hanno tenuti lontano dai nostri fiumi e dalle nostre acque.
Inutile dire che l’aspettativa e la trepidazione per l’apertura nelle ultime settimane è stata insostenibile.
Questo il piano :
- Io e Pietro in avanscoperta Sabato per fare subito lo stagionale ed empatizzare con il fiume.
- Sveglia all’alba di Domenica – catchup con Jacopo (Franco purtroppo ha dato forfait per motivi lavorativi) e Matteo – e pesca non stop fino al calasole.
Semplice no ?
Ecco come sono andate le cose
Venerdì, poche ore dalla partenza :
Pietro è a casa da due giorni con febbre alta e sinusite fuori controllo e il Meteo prevede una tormenta di neve letale per tutta la giornata di Domenica.
Pietro – con la folle determinazione che lo caratterizza – insiste in una terapia a base di cocktail di medicinali e condotta “brava” ( già, forse non tutti sanno che io con Pietro ho convissuto per anni e probabilmente con condotta brava intendeva agonizzare nel letto lamentandosi senza sosta – Marta Santa Subito ).
Il Meteo impone un’attenzione maggiore all’abbigliamento, nel fare la valigia tiro fuori la calzamaglia pesante: non succedeva dal ’92 ( ultima sciata documentata in Val Badia ).
Sabato – prima mattina
Pietro si fa vivo – galvanico – intorno alle 9:51 con il seguente messaggio :
Pietro arriverà sotto casa mia alle 11:14 – complice una tappa dal Gatto per regalarci una coppia di guadini niente male con magnete da schiena ad intensità variabile…
Caffè, pacche sulle spalle, subito via destinazione Varallo Sesia.
Arriviamo per l’ora di pranzo – mangiamo una cosa veloce e subito ci spostiamo presso la sede del SVPS che ci verrà aperta dal presidente in persona, il nostro amico e mentore Savino Re. (Del resto Pietro è neo-eletto consigliere e deve firmare delle carte… ) Sistemiamo subito la faccenda permessi e andiamo insieme a guardare il fiume.
Sabato – pomeriggio
Saltiamo in macchina di Savino e insieme esploriamo il fiume. Bello, bellissimo ma … pochissima ed immobilissima acqua : segni di attività quasi zero.
Poca acqua, Poca attività
In pochi punti vediamo – timida – qualche piccola iridea di immissione nuotare pigramente in corrente.
Continuiamo a spostarci e, in un punto ovviamente segretissimo, vediamo tutti e tre saettare una marmo big-size sui 60/70cm tra un masso e l’altro.
Io e Pietro sussultiamo come scolarette eccitate; Savino invece prosegue con indifferenza la perlustrazione…chissà quante ne avrà viste lui.
Ad ogni modo ci facciamo l’idea che non sia posto da pescare all’indomani, poca acqua e poche possibilità di lancio per gli artificiali e poi il desiderio inconscio di lasciarla in pace ancora un po’…
La zona che sembra più animata, vista dall’alto della strada, è quella a valle di una riserva, le grosse iridee di quest’ultima scese nelle acque svps stanziano in due lame lente, indisturbate da mesi. Non è il pesce autoctono e selvatico che ci piace pescare, ma con l’acqua a 2 gradi e l’aria a 0 gradi, forse sono gli unici pesci attivi…
Il fiume è innevato in diversi punti. Savino più volte si raccomanda con noi, alla luce delle non rosee previsioni meteo : “Ragazzi, non facciamo cazzate“.
Primi spot innevati
Queste sue parole sono echeggiate nella mia testa per tutto il giorno successivo.
Al termine del giro esplorativo, cominciamo a maturare qualche idea per il piano d’azione ideale: la mattina attaccare il fiume per primi a valle della riserva per cercare di prendere qualche iridea e poi spostarci in altre zone per cercare qualche pesce “vero”.
Sabato - La febbre del Sabato sera
Ultimi preparativi
Ci sistemiamo in un piccolo albergo locale, ci incontriamo con Savino per cena, facciamo qualche giro di amari e prepariamo gli ultimi dettagli: verifichiamo un’ultima volta l’attrezzatura, ribobiniamo i mulinelli, prepariamo i vestiti e puntiamo la sveglia alle 6 ( alba alle 7.15 ).
Pronti a tutto
La signora che gestisce il piccolo albergo ha assecondato le nostre esigenze di pescatori portandoci un vassoio in camera con acqua, succhi di frutta e un thermos con del caffè caldo.
Il meteo conferma – inesorabile – il suo verdetto : Domenica neve. A bizzeffe.
Sabato – notte fonda
Quando si è bambini è difficile addormentarsi prima di Natale.
Quando si è anonimi è impossibile dormire prima dell’apertura.
(Poi magari se il riscaldamento della tua stanza non va hai anche freddo e ti iberni)
(Poi magari se uno inglese di Serie B russa come un cinghiale ferito la sofferenza può diventare agonia)
Domenica – alba
Ci svegliamo – per così dire – alle 6 meno 10, ci lamentiamo educatamente e laicamente del freddo, Pietro attacca il cibo, io confuso sistemo le mie cose.
Sono le 6.03, Jacopo ci scrive che la bimba ha la febbre alta: salta il rendez vous.
Tristi per la notizia terminiamo le nostre operazioni e usciamo. Altro sms: anche Matteo non sta bene e non ha le catene per la macchina… è destino essere soli ad affrontare le intemperie.
Nevica di brutto. Tipo che non riesci a vedere bene.
Tipo così,
Neve moderata in Val Sesia
così
Poca neve – 2
Tipo che bisognerebbe mettere le catene alla macchina.
Io e Pietro – da veri Anonimi (vanitosi e impavidi) siamo sconvolti…
Sconvolti nel senso che, presi bene, ci facciamo le nostre foto e andiamo a cannone ad attaccare il primo spot.
Extreme duckface in Val Sesia
La neve non lascia i dubbi, l’assenza di tracce umane ci fa capire che siamo i primi ad aggredire questo tratto di fiume: bene.
La neve caduta copiosa copre tutti i sassi del fiume, il rischio di ammazzarsi è più che possibile: ottimo ( quante volte ho pensato alle parole di Savino )
Figlia dell’esperienza e dei consigli dei pescatori nostri amici la tattica che adottiamo è quella di pescare perlopiù in acque quasi ferme con cucchiaini piuttosto piccolo recuperati lentamente vicino al fondo.
La prima pozza non da emozioni, ma è ancora molto presto, quasi buio. Saliamo a monte ed attacchiamo la seconda.
Alba con neve sul fiume
Bella Iridea togli Cappotto
1, 2, 3 e io mi tolgo il cappotto. Una bellissima iridea mi abbocca ad un metro da riva. Misurerà 52 cm e decido di trattenerla: avevo promesso una trota al padre di mio cognato e per quanto sia un integralista c&r sui pesci selvatici, non ho problemi a trattenere qualche pesce sterile di immissione.
Pietro velocemente mi raggiunge, scappotta con un’altra iridea.
Iridea togli cappotto due
Nei successivi 15 minuti ci divertiamo : io ne porto a riva – e libero – un’altra, ma entrambi ne allamiamo altre due o tre a testa.
Scappottare si è scappottato alla grande, decidiamo che è il momento di abbandonare la pozza per dedicarci alla ricerca di qualche pesce “vero”.
Ci spostiamo velocemente da uno spot all’altro ma la mattinata non ci regalerà altre emozioni.
Domenica – pranzo
A colazione ci incontriamo con Savino e altri amici – lo scenario è desolante : nessuno ha visto né toccato niente, tranne che pesci immessi in riserva.
Io e Pietro sogghignamo : la nostra tattica è stata vincente.
Fuori nevica senza sosta.
Il pranzo, il vino, il calore ci ha tentato.
Lo ammettiamo.
Ho pensato “beh, ho preso dei bei pesci, potrei fare un pisolino e poi tornare con calma a Milano”
Ma poi ho pensato alle parole di Savino
“Ragazzi, non facciamo cazzate”
Ecco, appunto.
Nonostante la situaizone impossibile, il freddo, e la digestione optiamo naturalmente per pescare fino all’ultimo.
Spostamenti rapidi in macchina
Domenica – Pomeriggio
Altri spot, altra neve, altre tattiche.
Come andare sotto un ponte dove ne abbiamo viste alcune immesse…
Pescando nella corrente Pietro riesce a prendere di finezza altre due baby iridee sui 25/30 cm.
Entrambi crediamo di avere avuto un inseguimento – svogliato – di una piccola fario… chissà.
Pietro stima la Fario che sostiene di aver toccato pochi istanti prima
Non ci fermiamo e continuiamo a spostarci nei nostri spot preferiti, fino all’ultima luce, ma la giornata non ci regalerà altre emozioni oltre a quelle di essere in un posto fantastico, in una natura pazzesca, in condizioni estreme con il miglior compagno di pesca possibile.
Epilogo
La stagione è cominciata.
L’anonima cucchiaino c’è
Rock ‘n’ rod