L'energia che mi hanno trasmesso le api non la sento fluire in me per molte cose
Io alle arnie.
La prima volta che ho dato una mano a Kristina, qui al Bricco, per aprire un'arnia delle loro api, temevo mi sarei sentito a disagio vedendo tanti insetti uno sopra l'altro, invece con mio piacevole stupore mi accorsi di osservare quegli insetti con meraviglia e curiosità.Ho sentito subito le api come parte di me, in collegamento con me, mi sento di capirle e che loro sentono me, sentono che non voglio fargli del male e che ne ho profondo rispetto.
Nei giorni successivi alla mia prima volta davanti a un'arnia aperta, Kristina mi diede due libri sull'apicoltura da leggere e mi spiegò molte cose sia a livello pratico sul campo che a livello teorico spiegando.
Man mano che leggevo uno dei due libri le mie domande aumentavano e quando Kristina non sapeva rispondere cercavo le risposte in internet.
Più conosco il mondo delle api e più mi affascina come un insetto così piccolo possa organizzarsi in maniera tanto singolare e intelligente... un pò come per le formiche.
Seppure io non vorrei mai nascere ape (dato che è una vita lavorativa peggio dei cinesi :-)), la meraviglia che mi trasmettono è grande.
La società delle api si divide in tre categorie: l'ape regina, l'ape operaia e il fuco (cioè l'ape maschio).
L'ape regina ha il compito di deporre uova, l'ape operaia di decidere di quale categoria ha bisogno l'alveare e di tenere l'alveare in ordine e pieno di miele, mentre il fuco ha solo il compito di fecondare la regina.
Il trattamento che viene riservato ai maschietti è un altro buon motivo per non nascere ape, credetemi sulla parola. :-)
L'ape regina si accoppia con almeno dieci fuchi durante il volo nuziale, poi tiene le uova dentro di sé e decide lei quale fecondare o meno a seconda di cosa gli dicono le operaie.
Sì, perché un uovo non fecondato sarà un fuco, mentre un uovo fecondato diventerà regina o operaia, a seconda di cosa decidano le operaie ci sia bisogno e del nutrimento che daranno poi le operaie alla larva.
Parte frontale dell'arnia.
Le operaie comunicano alla regina che tipo di ape serve all'alveare attraverso le dimensioni delle celle dell'alveare: la cella piccola chiama un uovo fecondato per creare un'ape operaia, la cella reale è una sorta di bozzolo che chiama un uovo fecondato per creare una regina e le celle un pò più grandi chiamano un uovo non fecondato per dar vita a un fuco.La differenza per crescere una regina piuttosto che un'operaia la fa il nutrimento.
Le larve delle api vengono nutrite a miele e polline, ma prima gli viene messo il quantitativo di pappa reale sufficiente per tre giorni, la larva della regina invece viene nutrita per dieci giorni a pappa reale, quindi gli si dà solo quello riempiendo il bozzolo di questa sostanza prodigiosa e nutriente anche per l'essere umano.
Solo da questo comprendete quanto sia incredibile l'organizzazione dell'alveare.
Tanta della comunicazione che le api usano fra loro non è ancora stata compresa dall'essere umano.
Quando ho cominciato a guardarle per quello che sono, senza quella paura della puntura che ci viene inculcata da piccoli, ho preso coraggio e le ho fatte andare sulle mie mani nude... e la sensazione è stata fantastica.
Queste sorelline e fratellini mi accompagneranno nel mio viaggio d'ora in poi... ho ancora tanto da imparare da loro.
Scritto da Andrea Cusati giovedì, 3 luglio, 2014
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