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Apollo 17 ed il mistero che fa… perdere la testa

Creato il 11 luglio 2014 da Webnewsman @lenews1
Pubblicato da Paolo Somà

Senza entrare nella spinosa ed perigliosa questione “siamo/non siamo stati sulla luna” che ci porterebbe inevitabilmente a “domande/risposte” quali “no affatto/si, ma solo con le ultime missioni/certo che sì, è da idioti pensare il contrario“, peraltro mai giungendo a conclusione certa ed immediatamente venendo bollati come amanti della teoria della cospirazione o, d’altro lato, come “boccaloni asserviti alle versioni ufficiali”, segnaliamo una curiosa immagine che non ha molti rimandi sul web, pur essendo senza dubbio un must.

La fotografia – che potete osservare ingrandita e nella sua forma originale nella galleria – venne scattata, nel corso della sua terza passeggiata sul suolo del nostro satellite, da Eugene Cernan, undicesimo (e ultimo) uomo a mettere il piede sulla Luna, nel corso della missione dell’Apollo 17.

Il modulo lunare atterrò nella vallata Taurus-Littrow per analizzare il materiale lunare dell’altopiano più vecchio, generato da un impatto meteorico in grado di formare il Mare Imbrium; si cercavano anche le eventuali tracce di attività vulcanica. Il pianoro venne selezionato dalla Nasa perché offriva migliore copertura orbitale, nonché la possibilità di usare al meglio il rover.

Lo scatto di Eugene Cernan ed Harrison Schmitt (il secondo della missione al suolo) risale al dicembre 1972 e, tutt’ora, la comunità scientifica e la Nasa non sono riuscite a fornire una spiegazione soddisfacente per il manufatto dall’aspetto umanoide.
In una sua pubblicazione cartacea e sul proprio sito web, Joe Szostak, uno dei pochi ad analizzare abbastanza approfonditamente la fotografia, sostiene che Cernan avrebbe affermato in seguito: “anche se lo stavo vedendo con i miei occhi, non potevo crederci”. Non esistono garanzie o prove che l’astronauta abbia realmente rilasciato tale commento e, tuttavia, la fotografia è autentica.

Sempre secondo quanto riportato da Szostak, Cernan dopo aver superato lo shock iniziale, si rese conto che non si poteva trattare di un teschio umano. L’oggetto infatti giaceva in un campo di detriti generati da un cratere da impatto e qualcosa di fragile come un osso fossilizzato si sarebbe frantumato; inoltre, l’esposizione a radiazioni solari estreme e raggi cosmici avrebbe, da tempo, ridotto il materiale organico di una polvere finissima.

Ecco dunque che i pochi ad affrontare l’argomento, hanno avanzato l’ipotesi secondo cui si tratterebbe di un oggetto metallico o di origine meccanica. Mistero nel mistero, alcuni miglioramenti grafici hanno evidenziato come la la ‘testa’ possedesse una striscia di colore rosso nel punto in cui avrebbe dovuto esserci il labbro superiore, come se l’oggetto fosse stato verniciato od anodizzato.

Indiscutibilmente il fotogramma mostra che la presunta testa possiede due occhiaie, fronte, arcate sopraccigliari, un naso con le narici, zigomi gemelli e la metà superiore della mandibola (la mascella inferiore è assente), mentre per quanto riguarda la “striscia di colore” non possiamo non notare come (si veda la galleria) sulle tute della missione Apollo 17 fossero ben visibili grandi bande rosse e la tinta potrebbe essere frutto di una sovraesposizione di due fotogrammi.

I sostenitori delle “versioni normalizzate e rassicuranti” ribadiranno sicuramente che ci si trovi davanti ad uno dei primi casi, se non il primo, di pareidolia extra terrestre, ossia di quell’illusione del subcosciente che tende a “ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale”, di cui oggi giorno esistono molteplici esempi nelle foto dei rover marziani (figure umanoidi da rocce, case in lontananza, profili di animali insettoidi etc…), mentre chi teorizza insabbiamenti delle Agenzie spaziali e Cover up, si orienterà verso l’effettiva esistenza nel Mare Imbrium di un qualche reperto alieno, magari un pezzo di robot lasciato lì dopo un’avaria o una battaglia.

Resta solo da chiedersi perché, avendo l’oggetto in questione suscitato lo stupore e la curiosità di Cernan e Schmitt, i due non si siano avvicinati per verificare (non dovevano neanche saltellare, avevano a disposizione il rover lunare), scattando qualche immagine più dettagliata? Lo hanno fatto?

Apollo 17CernanCover UplunaMissioni spaziali

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