Magazine Lifestyle

Apologia dello shopping online

Creato il 11 settembre 2013 da Signorponza @signorponza

Qualche settimana fa, ancora alla vigilia della partenza del Signor Ponza Summer Festival Tour 2013, vagavo per negozi all’interno di un centro commerciale. Non che io sia fan dei centri commerciali, anzi. Sappiamo tutti però che quando è agosto e fa caldo fare andare l’aria condizionata tutto il giorno a casa costa un sacco e allora tanto vale farla pagare ai centri commerciali. Questi però ti fregano e, con la scusa degli ultimi saldi, ti fanno comunque sborsare molto di più di quanto avresti speso per una mezza giornata spiaggiato sul divano con il condizionatore alimentato dalla corrente elettrica gentilmente offerta da Enel.

E così ci sono cascato, la mia carta di credito ha strisciato più volte e sono tornato a casa con qualche capo d’abbigliamento di cui ovviamente non avevo alcun bisogno. Gli acquisti sono stati tuttavia terapeutici, non tanto per lo spirito (che comunque è stato rinfrancato), ma soprattutto per ricordarmi il motivo per cui ormai da molto tempo prediligo lo shopping online.

Innanzitutto ribadisco tutta la mia indignazione per la discriminazione che viene operata nei confronti del sesso maschile. In ogni negozio lo spazio dedicato alle donne è almeno il doppio rispetto a quello degli uomini. Mi chiedo dove sia Laura Boldrini in questi casi e perché non intervenga o lanci un monito. E non mi si venga a dire che gli uomini hanno bisogno di meno assortimento, fanno meno shopping o menate del genere. Non dimentichiamoci inoltre della componente omosessuale della popolazione che adora fare shopping e lo si capisce dalla lunghezza degli shorts che si accorcia sempre di più, così come si riduce sempre di più il tessuto utilizzato per confezionare le canottiere.

Short Shorts Shopping Online

La discriminazione nei negozi online invece non esiste. O se anche ci fosse, non si vede. È sufficiente cliccare sul link “uomo” o sul link “donna” e ciascuno può fare shopping nel suo mondo. Senza dover vedere quanto è ampio il reparto altrui. Perché nei negozi reali, come quando si va a urinare nei bagni pubblici, è inevitabile buttare una sbirciata accanto.

E poi il disordine. Intollerabile per chi, come me, cura l’ordine al limite dell’ossessione. In periodo di saldi, poi, la confusione regna sovrana. Capi di abbigliamento e colori vengono ammassati senza alcun criterio come farebbe un qualsiasi adolescente che vive da solo. On-line il disordine non esiste: tutto è catalogato in maniera scrupolosa ed è navigabile attraverso filtri che permettono di selezionare taglia, colore, marca, modello. Una manna per gli ossessivo-compulsivi come me.

Vi ricordo tuttavia che fare shopping online non è gratis, mentre votare il blog come “Miglior Rivelazione” lo è.

Il post Apologia dello shopping online, scritto da Signor Ponza, appartiene al blog Così è (se vi pare).


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :