Magazine Cultura
Carissime/i tutte/i,
Vi rubo cinque minuti, anzi anche meno per riproporvi la questione del quotidiano il manifesto, che potrebbe veramente avere i giorni contati.
Se siete fra coloro che già comprano il manifesto tutti i giorni, potete anche cestinare questo messaggio senza leggerlo.
Ma se invece siete fra coloro che non lo comprano mai o che lo fanno solo ogni tanto, vi invito a pensarci su un attimo ed agire di conseguenza.
Come sapete le recenti normative sull'editoria hanno già condannato a morte il quotidiano "Liberazione". Ed ora molte altre testate, fra cui il manifesto, rischiano di fare la stessa fine.
Allora, vediamo un po', a proposito del manifesto:
- C'e' forse qualche altro giornale a diffusione nazionale, che abbia mai dedicato la prima pagina alla questione OMSA ?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che siamo pacifisti) che abbia parlato insistentemente e non certo solo da oggi dell'assurdità delle spese militari e stia dando spazio quasi ogni giorno alla campagna contro lo sperpero di denaro pubblico costituito dai bombardieri F35 ?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che abbiamo combattuto per i referendum) che abbia dato sostegno alla campagna per l'acqua pubblica e continui a parlare tutti i giorni della difesa dei beni comuni?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che non vogliamo arrenderci alla furia liberista e al governo Monti) che ogni giorno ospiti autorevolissimi interventi di sociologi, economisti e intellettuali che spieghino come un altro mondo sia possibile e come si possa organizzare la società su basi nuove?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che proponiamo i g.a.s. e l'economia di prossimità) che dia, non sporadico, spazio al tema dell'economia solidale e ai gruppi di acquisto?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che tutte/i vorremmo che il panorama politico cambiasse radicalmente) che abbia dato conto sul serio di una affollatissima assemblea di napoli, convocata dal sindaco De Magistris e da cui sono venute fuori proposte interessantissime per l'alternativa politica, proprio a partire dalla riscoperta dei beni comuni?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che in molti cerchiamo di impegnarci in attività di solidarietà con il sud del mondo) che dia spazio ai temi internazionali, visti dal puntopuntdi vista dei popoli, delle culture indigene, dei movimenti?
- C'e' forse qualche altro giornale che abbia parlato dei disastri che la nostra ENEL compie in Guatemala, e abbia dato voce alla campagna di sostegno alle comunità in lotta?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che tutti siamo critici verso come la grande stampa trattò l'argomento) che abbia svelato fin dai primi giorni il colossale imbroglio berlusconiano sul terremoto a L'Aquila ?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che siamo antirazzisti e antixenofobi) che su Rosarno, su Castelvolturno e su mille altri episodi di razzismo abbia dato conto con una posizione davvero antirazzista?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che vogliamo difendere il lavoro e combattere il precariato) che abbia dato davvero spazio alle iniziative della FIOM, dei precari e dei disoccupati, degli indignati e di tutti i movimenti di resistenza?
- C'e' forse qualche altro giornale (visto che siamo contro le grandi e inutili opere mentre assistiamo al disastro dei treni pendolari) che stia avendo il coraggio di sostenere le ragioni dei NO-TAV?
- eccetera eccetera eccetera......
Allora, non credete che se il manifesto chiude saremo tutte/i mutilate/i? E sarebbe mutilata la libertà d'informazione ?
Non credete che ognuno di noi debba fare qualcosa?
Proposta:
Probabilmente tre-quattromila copie al giorno in più spalmate su tutto il territorio nazionale, potrebbero far cambiare il panorama e il destino del giornale.
La proposta è che tutte /i compriate il manifesto ogni giorno, diciamo per un paio di mesi almeno, e che gli facciate un po' di pubblicità.
Se lo farete, sono sicuro che vi affezionerete e continuerete a farlo.
E sono sicuro anche che se Il Manifesto chiuderà tutte/i ne sentiremo terribilmente la mancanza, anche quelli che non lo compravano.
Un saluto caro
Ugo Mattei
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