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Appello per un coordinamento ed un confronto permanente tra partiti di opposizione e movimenti per sconfiggere Berlusconi e cambiare questa società ingiusta
Creato il 03 gennaio 2011 da Veritaedemocraziadal sito del Movimento RadicalSocialista
Costruiamo insieme l'alternativa.
Appello per un coordinamento ed un confronto permanente tra partiti di opposizione e movimenti per sconfiggere Berlusconi e cambiare questa società ingiusta
Sono due le emergenze politiche davanti a noi:
Berlusconi, l'illegittima occupazione della carica di Presidente del Consiglio in presenza di un non sanato conflitto di interessi e di irrisolte pendenze giudiziarie, il disegno eversivo dei principi costituzionali, la protervia ostentazione di comportamenti e atteggiamenti immorali e contrari all'obbligo costituzionale di esercitare con disciplina e onore gli incarichi pubblici che si è chiamati a ricoprire, la cultura classista, reazionaria e liberticida che contraddistingue l'azione del suo governo realizzata attraverso l'attacco allo stato sociale, alla scuola pubblica, ai diritti dei lavoratori, alla libertà e alla dignità dei cittadini e dei migranti;
la necessità di definire una proposta alternativa non solo a Berlusconi ma soprattutto per la trasformazione di questa società ingiusta e per liberarsi dal ricatto della globalizzazione, dal pensiero unico liberista e da un feroce capitalismo senza regole, da una politica e da un governo dell'economia totalmente asserviti agli interessi delle oligarchie economiche e finanziarie, pena lasciare intere generazioni e ceti sociali nella disperazione o nel disimpegno egoistico e rafforzare la convinzione che in qualcuno si fa strada che sia la rivolta violenta l'unica forma oggi possibile di lotta.
Mentre i cittadini esprimono la propria radicale opposizione a questo governo e a questo sistema nelle manifestazioni promosse dai movimenti e nelle lotte sociali, con il Forum dell'acqua, con la Fiom, con le proteste di studenti e ricercatori, con il NoBday, con gli operai e i migranti sui tetti e sulle gru, nella coraggiosa denuncia della criminalità organizzata, per la difesa del territorio e della salute e della vita dei cittadini, messe a repentaglio dall'inquinamento e dalla cementificazione, dallo scempio delle grandi opere, dalla mancata prevenzione delle catastrofi naturali, da inceneritori e discariche spacciate come soluzione al problema dei rifiuti: a L'Aqula e a Terzigno, con i NoPonte, i NoDalMolin, i NoTav, il Partito Democratico, la maggiore forza di opposizione, è paralizzato da estenuanti tatticismi e non riesce ad assumere la guida di un progetto di trasformazione economica e sociale che combatta le ingiustizie e sia realmente autonomo dalle pretese di Confindustria e dagli equivoci ondeggiamenti di Fini e Casini.
In queste condizioni, per le forze di sinistra e per tutte quelle che sono portatrici di una visione e di una cultura alternativa a quella dominante, fondata sui dogmi della crescita e dello sviluppo, del PIL quale unico parametro per identificare il progresso della comunità umana, della religione della competitività alla quale si devono sacrificare diritti e dignità delle persone, il rischio concreto è di condannarsi, nella necessità ineludibile di contribuire alla sconfitta di Berlusconi, ad una posizione subalterna nei confronti della destra politica ed economica.
Se i temi, le richieste, le proposte rivendicate dai cittadini in ormai innumerevoli occasioni non trovassero posto nel programma politico della coalizione politica che intende contrastare Berlusconi si realizzerebbe una triplice sconfitta: per i bisogni delle persone ed il futuro di questo Paese, per le prospettive dell'area di progresso che verrebbe inglobata nelle ragioni e nella cultura della destra, probabilmente sul piano stesso della contesa elettorale nella quale il consenso e la mobilitazione dei cittadini possono essere raggiunte solo grazie ad un progetto che dia risposte concrete al disagio presente nella società e soluzioni realmente alternative a quelle delle destre nel governo della cosa pubblica.
La drammaticità della crisi – culturale, politica, economica, sociale – e l'approssimarsi delle elezioni politiche impongono delle risposte immediate e responsabili.Non è più possibile attendere le decisioni del Partito Democratico.La scelta di alcuni movimenti di dare vita a nuove forme partito, convinti della necessità di fare tabula rasa di quelle esistenti e con le quali sdegnatamente rifiutano ogni possibilità di alleanza, appare velleitaria, per l'impossibilità di guadagnare da subito un consenso che sia qualcosa di più di una semplice testimonianza, e suicida per gli interessi popolari, agevolando di fatto la vittoria di Berlusconi.E' evidente che non è possibile oggi fare a meno dei partiti esistenti che fanno capo al fronte democratico e progressista, della loro forza organizzativa e del loro continuare ad essere un punto di riferimento della discussione politica.Ma è altrettanto evidente che quei partiti, quegli stessi che si sono schierati a fianco della Fiom e di studenti e ricercatori, devono abbandonare miopi divisioni e interessi meramente riducibili al proprio ceto dirigente, aprire un confronto con i movimenti sui problemi che è più urgente risolvere e sulle possibili soluzioni, offrire un generoso atteggiamento unitario in grado di far rinascere la speranza di un cambiamento.Per quanto minoritaria in una auspicata alleanza democratica la più ampia possibile, è assolutamente indispensabile la presenza di un'area di progresso e di civiltà, già ora espressione di una rilevante quota dell'elettorato, che faccia sentire la propria voce sui temi del lavoro, della povertà, dello stato sociale, dei diritti civili e dei migranti, della laicità dello Stato, della riconversione ecologica dell'economia, dei beni comuni, del rilancio della scuola pubblica e della ricerca, della pace, del contrasto senza quartiere alla corruzione, alla criminalità organizzata, all'evasione fiscale, e che realizzi una vera democrazia all'interno delle proprie componenti e promuova trasparenza nella scelta delle classi dirigenti: tutte cose, comunque le si definisca, che identificano ancora una visione di sinistra.Si dia vita dunque ad un tavolo di coordinamento, a gruppi di lavoro tematici di cui siano parte accanto ai partiti e agli esponenti politici che si propongono di cambiare radicalmente questa società i rappresentanti, designati attraverso un procedimento democratico e dal basso, dei movimenti e delle associazioni, gli intellettuali, gli artisti per la costruzione di un programma e di una strategia comune. Che questo si accompagni ad una mobilitazione e ad una discussione la più ampia possibile, sul territorio e nella rete, promuovendo legami solidali e la partecipazione attiva di tutti i cittadini.Scritto da Maurizio Zaffarano
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