Magazine Famiglia
Devo riconoscere una cosa, che i vostri commenti sono piuttosto impegnativi. Non so cosa capita ma partono delle discussioni garbate eppure appassionate su temi un po' spinosi.
E questa volta devo fare un post per rispondervi. Non solo a chi mi ha commentato pubblicamente ma anche a chi mi ha scritto direttamente o che ho visto di lì a poco.
Suvvia, togliamoci questa appendicite.
E' vero. Ho trattata bruscamente e spavaldamente il tema del tradimento, pungolata dalla lettura di un libro che te lo infila dentro le membra. Ne esco ancora molto turbata. E poi alla fine del mio precedente post me ne esco con un apparente attacco alle donne/amanti, io che dichiaro a mari e monti di detestare le conversazioni di genere e i cliché pre-compilati. Ma come? Parli alle donne? E agli uomini, no? E poi perché te la prendi con lei? E' lui che ti ha tradito. Infondo lei neanche ti conosceva, badava ai suoi interessi, magari lo amava infinitamente ed era l'uomo della sua vita e con te lui si lacerava in una storia malata, bruciata, finita. Ma come, tu neghi l'amore assoluto e poi ti dichiari così estremista verso la categoria delle amanti?
Spieghiamoci e chiariamo i fatti. Per me è un fatto che la vita è talmente complessa che dividerla tra i buoni e i cattivi è sempre troppo banale. Per me il mondo è fatto di persone e non di uomini e donne. Certo ci sono gli uomini e le donne e anche tante interessanti vie di mezzo ma proprio per questo motivo il mio approccio alle persone si qualifica come approccio ai singoli individui. Per quanto la rete ci ha dato modo di conoscere e frequentare un numero assai maggiore di persone rispetto a quando conoscevamo e frequentavamo solo il mondo fisico, io sono dell'idea che nella nostra breve vita le persone con cui abbiamo a che fare sono così poche che abbiamo per ognuna il tempo di farcene un'idea, magari anche in evoluzione. Questo per dire cosa? Che anche ogni storia di tradimento ha le sue logiche e le sue giustificazioni e io non sono una vecchia moralista che manda al rogo chi tradisce. Men che meno solo le donne.
Per me chi tradisce è prima di tutto consapevole di farlo. Sa. Sa di poter fare del male, sa di raccontare menzogne e di vivere di sotterfugi. Sa che esiste un altro o un'altra e nonostante questo accetta di non essere l'unica/o. Molti di coloro che mi hanno commentato per difendere la causa dell'amante hanno detto che non sapevano. Quando non sai, pur tradendo, sei vittima. E se quando lo scopri ti incazzi e pretendi che l'altro/a si assuma le sue responsabilità e decida quale strada prendere allora vuol dire che hai rispetto per te stesso/a.
Ho accusato le donne da controparte ferita e me la sono presa con quelle che non fanno neanche uno sforzo di empatia, che non provano disgusto all'idea che quando lui ti appartiene, in altri momenti è anche dell'altra. E tu lo sai mentre l'altra no. Ciò non toglie che il primo che ho preso a pugni è stato lui.
Curioso che io abbia anche provato a capirla. @Isa, me lo sono posto il pensiero che lei era innamorata e non poteva razionalizzare. Ma sai alla fine cosa mi sono risposta? Che no, io nella stessa posizione non l'avrei fatto, che non avrei potuto amare un uomo che fa il doppio gioco, che avrei preteso molto di più, che avrei posto le mie condizioni. Esattamente come non accetterei di subire violenza fisica, quella per me è violenza psicologica.
E c'è di più io non credo neanche nel perdono. Se decidi di andare avanti devi ricominciare, non puoi mettere una toppa con la parola perdono. Il perdono guarda indietro. Io ho deciso di guardare avanti e di fidarmi. Se avessi perdonato io sarei stata troppo forte e la relazione ancora sbilanciata.
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