Di Nicola Carmignani il 21 gennaio | ore 09 : 47 AM
Il mondo della scuola sarà rivoluzionato. Non stiamo parlando di altre manovre del governo Monti, ma dell’ultima novità di casa Apple: iBook 2. In sostanza si tratta di una speciale versione dell’iPad dedicata agli studenti per favorire la consultazione interattiva dei libri di testo senza doversi caricare le spalle di inutili pesi.
L’azienda di Cupertino entra così nel settore dei libri di testo digitali introducendo la possibilità di interagire con testi interattivi. Totale multimedialità dei contenuti: immagini animate, mappe virtuali e informazioni sempre aggiornate. “Cambia il modo di fare didattica”, le parole di Philip Schiller, vice presidente del marketing Apple. La storia e le altre materie diventano più coinvolgenti se accompagnate da percorsi virtuali che spiegano meglio il susseguirsi dei concetti e delle relazioni tra essi.
I vantaggi sono molteplici e vanno oltre il migliore apprendimento; si pensi ai fondi risparmiati per l’acquisto dei libri (nonché al trasporto) e al mantenimento dei laboratori didattici. Gli accordi presi da Apple riguardano al momento alcune case editrici, tra cui McGraw-Hill, Houghton Mifflin Harcourt e Pearson.
Le novità sono imminenti solo per il mercato americano ad un prezzo che si aggira sui 499 euro, anche se sono già iniziati una serie di accordi per fare scendere il prezzo, considerato troppo alto anche per il sistema scolastico privato USA. I testi scolastici saranno disponibili a 14.99 dollari al posto degli attuali 75 (in media) della versione tradizionale.
Apple ha presentato anche altre due novità nel settore. La prima è iBook Author, una nuova applicazione per Mac per la creazione di libri multimediali con informazioni testuali, immagini e video, per poi metterli in vendita tramite l’iBook Store. La seconda novità è iTunes U (dove la “U” sta per University): una versione dove le università che partecipano al progetto, mettono a disposizione il materiale didattico che quindi viene condiviso a tutti gli studenti interessati.
Viene da sorridere a pensare a quando questa tecnologia potrebbe essere introdotta in Italia e nel nostro sistema scolastico spesso considerato “arretrato” rispetto a quello di tanti altri paesi.