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Apple produrrà l’iWatch?

Creato il 11 febbraio 2013 da Redazioneatv @appletvblack

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Il rumor è nell’aria da tempo, e non porta soltanto in grembo il marchio di Cupertino: la miniaturizzazione delle componenti, l’inizio della produzione di schermo arrotondati, la sempre miglior gestione dei consumi ed altri determinanti passi avanti in termini di innovazione consentono oggi di trasformare la chimera in qualcosa di molto più vicino e realistico.

Chi ha già cullato in cuor suo il sogno di poter chiamare la propria automobile come Michael Knight faceva con KITT, insomma, ora vede questa possibilità più vicina. E se l’orologio non farà spostare l’automobile, potrà comunque fare molte altre cose. Rivelandosi, con ogni probabilità, una estensione portatile del proprio smartphone o della propria dimensione cloud.

La nuova suggestione giunge dal Wall Street Journal, secondo cui Apple avrebbe iniziato a preparare qualcosa del proprio progetto contattando anzitutto la Hon Hai Precision Industry Co., fedele compagna di viaggio nello sviluppo degli ultimi device di maggior successo. Impossibile ad oggi apprendere dettagli ulteriori, ma con ogni probabilità Apple sarebbe sulla via di un nuovo percorso di sviluppo che in tempo più o meno brevi potrebbe portare alla produzione e distribuzione di device indossabili. Quali, ad esempio, un orologio: dopo Mac, iPad e iPhone, lo schermo potrebbe giungere ora a soli 1,5 pollici di diagonale.

Lo si chiami iWatch o in altro modo, al momento ogni speculazione ulteriore rimane semplice frutto congiunto di logica e fantasia (e parte di una scia di ipotesi che dura ormai da mesi). Un orologio firmato Apple difficilmente potrebbe andare a fagocitare il mercato dell’iPhone, ed anzi in tal senso potrebbe rivelarsi un flop; più probabilmente andrebbe a fungere daelemento complementare, offrendo così elementi nuovi ed ulteriori quali un sistema di controllo delle notifiche più immediato, un dialogo più diretto con Siri, un sistema più efficiente di gestione del calendario, un modulo NFC per pagamenti, scambio di dati e identificazione, eccetera. Con l’orologio si potrebbe cercare una informazione, scrutare una mappa, ascoltare musica, passare dati verso lo smartphone, utilizzare comandi a distanza, pagare il conto al ristorante, scambiare file con un altro iDevice e molto altro ancora. Il dispositivo potrebbe inoltre diventare uno strumento di monitoraggio dell’attività fisica, configurandosi come mera periferica di input e output senza responsabilità in termini computazionali, ed aprendo così ad una nuova classe di applicazioni nelle quali il dialogo diretto con il corpo potrebbe fare la differenza.

Apple non è certo sola in questa corsa: Samsung (già uscita allo scoperto sugli schermi flessibili), Nokia e molti altri gruppi potrebbero essere sulla medesima pista di lancio e nella prima fase potrebbe essere determinante indovinare il mix giusto di costi e i funzioni per poter avere un ruolo di primo piano in questo tipo di mercato. Ma potrebbe trattarsi di un passaggio fondamentale: se l’orologio diventasse l’elemento ultimo della catena di rapporti tra macchina e utente, quest’ultimo piccolo tassello potrebbe determinare a cascata tutte le scelte successive. Ancora una volta, insomma, i grandi gruppi saranno costretti a mettersi in gioco poiché la feroce innovazione che sta imperversando sul comparto detta tempi tali per cui un solo inciampo potrebbe rivelarsi determinante.

Giampiero Meneghini


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