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Apple spavalda con Samsung, in panne con Amazon

Creato il 07 luglio 2011 da Appleforyou83

Procedono le cause di Apple contro Samsung e Amazon. Se da una parte l'azienda di Steve Jobs si è rivolta all'ITC per bloccare l'importazione di prodotti della casa sudcoreana, dall'altra sembra che fatichi a provare l'esclusività del termine app store.
Apple si è rivolta all'ITC chiedendo di bloccare la commercializzazione di alcuni dispositivi Android di Samsung sul territorio statunitense. Questa mossa di Apple è la risposta all'analoga denuncia della rivale presso l'ITC, in cui si chiede al giudice di bloccare la vendita di iPad e iPhone sul suolo statunitense.
Apple fa riferimento al Galaxy S 4G, al Fascinate, al Transform, al Captivate, all'Intercept e all'Infuse 4G. Non mancano i tablet, il Galaxy Tab da 7 pollici e la versione da 10.1 pollici. Tutti questi dispositivi infrangerebbero cinque brevetti "di utilità" e due brevetti che riguardano il "design".

Apple spavalda con Samsung, in panne con Amazon
"Uno dei brevetti era nella causa originale di Apple depositata nel Nord della California, ma poi è stato rimosso. Ora è riapparso. Gli altri quattro brevetti tecnici e i due che riguardano il design non erano stati citati in passato contro Samsung", ha dichiarato Florian Mueller, esperto di brevetti.  Qui potete trovare la lista delle proprietà intellettuali in gioco. Ricordiamo che Apple ha chiesto alla corte della California di emanare un'ingiunzione preliminare contro quattro prodotti Samsung: Infuse 4G, Galaxy S 4G, Droid Charge e Galaxy Tab 10.1.
Questo però non è l'unico caso che fa segnare sviluppi, infatti c'è una nuova puntata anche per quanto riguarda la vicenda Amazon. Il giudice federale della California ha respinto la richiesta di Apple di ottenere un'ingiunzione preliminare per bloccare l'uso del termine app store.
Apple spavalda con Samsung, in panne con Amazon
Al centro di questa vicenda c'è un vero e proprio caso che coinvolge anche famosi linguisti. Da una parte Apple, che ritiene di avere i diritti esclusivi d'uso del termine, in quanto ormai collegato in modo indissolubile al negozio di applicazioni su iOS. Dall'altra Amazon, che afferma si tratti di un termine generico usabile da tutti, tanto da averlo scelto per il suo store di applicazioni su Android. Microsoft è dello stesso avviso, ma non solo.
Il giudice Phyllis Hamilton ha negato l'ingiunzione perché Apple non è riuscita a dimostrare in modo chiaro che l'uso del termine da parte di Amazon crei confusione nei consumatori. La vicenda rimane ancora aperta, ma per la casa di Cupertino questa sfida sembra volgere per il peggio (a meno di clamorosi colpi di scena).
Via tomshw.it


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