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[Approfondimento storico-letterario] Il romanzo gotico

Creato il 01 novembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

The oldest and strongest emotion of mankind is fear,
and the oldest and strongest kind of fear is fear of the unknown.

[Approfondimento storico-letterario] Il romanzo gotico
Gotico è un termine usato in architettura per indicare lo stile caratterizzato da archi a sesto acuto molto slanciati verso l’alto, grandi rosoni intarsiati e alte guglie, con cui venivano costruite imponenti cattedrali nell’XI e nel XII secolo. Secondo Vasari, questa parola di origine rinascimentale ha come significato generico quello di “barbaro”, di selvaggio distruttore della tradizione classica. Per comunanza di elementi fantastici e spirituali è stato dato lo stesso nome al genere letterario: nel ’700 è considerato sinonimo di medioevale (anni oscuri), nell’800 indica la letteratura del terrore, incentrata su un tipo di orrore che, per le sue componenti irrazionali, si contrappone all’era della ragione.
Dalla seconda metà del Settecento, infatti, la letteratura comincia ad assimilare tra i suoi filoni anche elementi provenienti dalla mentalità legata al Romanticismo; i toni si fanno foschi e nebulosi, le ambientazioni si concentrano su sfondi medievali fatti di foreste, castelli tenebrosi e paesaggi impervi, e soprattutto entra in gioco la grande protagonista: la paura.
Il primo romanzo che rispecchia tutte le caratteristiche del gotico è Il castello di Otranto di Horace Walpole (1776), ricco di elementi soprannaturali che perderanno gradatamente il loro spessore nelle opere di autori successivi come Ann Radcliffe e lo stesso Bram Stoker di Dracula. Con il Frankenstein di Mary Shelley (1818) si aggiungono tematiche più scientifiche, che sfoceranno nei decenni successivi negli albori della fantascienza.
L’evoluzione più significativa del romanzo gotico si concentra nel XIX secolo con autori del calibro di Edgar Allan Poe, Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde) e Arthur Conan Doyle (Sherlock Holmes). Si tratta già di trame molto diverse dai precursori: più che privilegiare le ambientazioni fantastiche (antichi castelli, rovine medievali, monasteri) o sovrannaturali (fantasmi, demoni, creature mostruose), questi autori iniziano ad avvicinarsi all’uomo comune anticipando a tratti il boom della psicanalisi e dell’indagine dell’Io con tutte le sue angosce.
Il filo conduttore che tiene uniti i vari passi dello sviluppo del genere è rappresentato dal concetto di tenebra: l’oscurità e le ombre celano la realtà, rappresentano il confine tra intelletto e inconscio al di là del quale regna l’ignoto, la paura suprema che agita l’animo umano che non ha modo di difendersi. È tuttavia un terrore sublime, nell’accezione romantica del termine, che innalza l’anima a un livello superiore.
Anche i luoghi della narrazione rimangono pressoché invariati nel corso dei secoli in cui si dipana la letteratura gotica. Non mancano mai castelli, foreste, abbazie e conventi, tutti descritti come misteriosi e tenebrosi: fatti di roccia scura, arazzi che celano orrori impensabili e labirintici passaggi segreti.
Il gotico insinuava un dubbio essenziale nella mente di ciascuno, avvertiva il senso comune che il bene poteva essere male e viceversa, che l’identità di un individuo poteva perdersi nel suo contrario, che esistevano effetti senza cause e che il normale non conosceva il confine che lo separava dall’anomalo, che l’illecito non poteva essere distinto dall’illecito, che il desiderio e l’avversione si attraevano respingendosi, che il colpevole era la vittima.
Più nel dettaglio, alla base dell’orrore c’è una colpa, un peccato segreto, che riaffiora attraverso una trama complicata i cui protagonisti sono fanciulle perseguitate, monaci corrotti, aristocratici arroganti. Vi è una certa enfasi nel descrivere il terrificante e le ambientazioni medioevali, i cui luoghi privilegiati sono castelli e cattedrali. Infatti essi sono spazi complessi, articolati, dominati dai contrasti di chiaroscuro e in particolare dalle zone di ombra che ben si adattano ai colpi di scena. Essi inoltre con i loro cunicoli e sotterranei esprimono la contrapposizione tra sopra (castello, abbazia, simboli dell’autorità politica e religiosa) e sotto (celle, cripte, luoghi d’oscurità, simboli di ciò che è nascosto).
Il personaggio più significativo dell’intera letteratura gotica è la quintessenza di inquietudine, irrazionalità e angoscia: il Mostro.
In primo luogo, possiamo distinguere due grandi categorie di mostri: gli esseri sovrannaturali, che hanno spesso un legame con l’Aldilà dal quale in alcuni casi provengono, e le creature che appartengono al mondo ordinario dei viventi. Tra gli esseri sovrannaturali il più noto è senza dubbio il vampiro: una figura romantica, caratterizzata da origini aristocratiche a cui si deve il disprezzo per le persone che considera inferiori, in questo caso i mortali.
I mostri provengono da luoghi e culture diverse, hanno origini ignote o spaventose, ma sono tutti accomunati dal fatto di trasgredire in un modo o nell’altro alle leggi di Dio e della natura. Attraverso queste figure orribili si vuole esprimere la paura dell’uomo nei confronti del diverso, dell’ignoto, di ciò che si considera come la più grande aberrazione ma, allo stesso tempo, si teme possa celarsi nel nostro inconscio.


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