Il nuovo metanodotto Snam è stato autorizzato l'altro ieri (10 giugno) in una conferenza dei servizi presso il settore ambiente dell'amministrazione provinciale e porterà gas metano all'acciaieria Arvedi. Il percorso è stato criticato per vari motivi, anche perché interessa alcune aree naturalistiche sul territorio di Sesto, e rende necessari espropri a decine sulla stessa area su cui è stato costruito il peduncolo che collega Cavatigozzi e Spinadesco all'ex statale Paullese. Il tubo della Snam sarà fatto d'acciaio e avrà diametro di 25 centimetri, mentre la pressione del gas avrà 24 atmosfere: la portata non è ancora chiarita, la finalità non è direttamente legata all'aumento di produzione, la profondità sotterranea è di circa tre metri. Il tracciato è stato messo in discussione dagli enti locali, in particolare dal Comune di Cremona, che ha chiesto tutelare il più possibile il bosco filtro. Il percorso, di tre chilometri, è stato discusso anche durante un sopralluogo in via Acquaviva, a inizio maggio, con l'assessore Alessia Manfredini e il dirigente Marco Pagliarini.
La conferenza dei servizi ha deciso di apportare però solo una modifica parziale del tracciato: l'impatto ambientale danneggerà il bosco filtro, che vedrà cadere cinque o sei alberi. L'area industriale, accanto ai centri abitati di Cavatigozzi e Spinadesco, è attraversata già da numerosi servizi, come le condutture di acqua, energia e gas, oltre ai binari ferroviari. La dichiarazione di pubblica utilità è stata ottenuta, come già in altre occasioni, dopo il notevole rafforzamento della rete di metanodotti e stoccaggi in provincia. I lavori potranno iniziare entro dodici mesi e prevedono l'uso di una macchina spingitubo, che ridurrà l'impatto della nuova infrastruttura. Il consorzio di bonifica Dugali-Adda-Serio ha segnalato che il metanodotto dovrà passare sotto il colatore Morbasco a una profondità di sette metri e mezzo, poi due metri sotto la roggia Pasquala Farfenga, e tre metri sotto lo scarico Malazzina. L'area era agricola e residenziale ma da alcuni decenni è anche industriale: una convivenza complicata.
Resta infatti viva la preoccupazione del comitato di quartiere di Cavatigozzi per le eventuali conseguenze dell'aumento di produzione dell'acciaieria e dall'inevitabile incremento delle scorie e delle discariche. La costruzione di una centrale elettrica a metano, proposta una decina di anni fa e poi sospesa, è stata smentita da tutti gli interessati durante l'ultimo Osservatorio Arvedi.