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Approvazione del protocollo di intesa per l’attuazione del Sistema regionale integrato socio-sanitario in Sicilia.

Creato il 03 febbraio 2012 da Raffaelebarone

Dopo venti anni di attesa si avvia finalmente la procedura per l’integrazione dei servizi socio sanitari in Sicilia. Il protocollo che riportiamo qui è il primo passo verso una razionalizzazione e una sinergia sia delle risorse che della normativa.. L’Assessorato alla Salute e alle politiche sociali hanno compiuto il primo atto attraverso questo protocollo. Il prossimo appuntamento è emanazione del Piano Strategico per la Salute Mentale.

Nell’ambito del processo di riorganizzazione in atto nella Regione siciliana, risalta una concezione del rapporto fra stato e cittadini sempre più orientato a realizzare un sistema di protezione sociale, fondato su una visione centralistica della persona umana a cui attribuire il dovuto riconoscimento della dignità, dell’uguaglianza e del diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione.

In particolare, l’Assessorato regionale alla salute e l’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro convengono nel voler promuovere su tutto il territorio azioni trasversali sinergiche, protese all’attuazione di un sistema integrato di interventi e servizi sanitari e sociali conformato a criteri di efficacia, efficienza, economicità, trasparenza e solidarietà e commisurato ai bisogni effettivi e plurimi dei cittadini siciliani. In tal modo, superando la

frammentarietà dei due ambiti e, a partire dalle rispettive competenze, riorganizzando una architettura interistituzionale che esprima indirizzi unitari di programmazione, organizzazione e gestione degli interventi in grado di garantire:

_ integrazione delle strategie e dei modelli organizzativi;

_ integrazioni operative, degli strumenti, dei criteri e delle risorse;

_ azioni specifiche di settore;

_ unitarietà dei percorsi assistenziali.

Il sistema integrato di interventi e servizi sanitari e sociali trova fondamento nei principali riferimenti di contesto normativo nazionale e regionale in materia di integrazione sanitaria e sociale e di seguito richiamati:

• legge regionale 9 maggio 1986, n. 22, di riordino dei servizi socio-assistenziali;

• art. 3-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche e integrazioni, che prevedono la tipologia delle prestazioni socio-sanitarie;

• legge quadro di riforma dell’assistenza n. 328 dell’8 novembre 2000, riportante disposizioni per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali a favore delle persone ed a sostegno della famiglia.

Nel rispetto del superiore quadro normativo, in atto vigente, la Regione siciliana intende assumere un ruolo attivo di regia nel favorire gli interventi necessari per realizzare un moderno e appropriato

sistema integrato di servizi sanitari e sociali, in grado di migliorare la qualità dei livelli di assistenza erogati, garantire criteri di equità sociale degli interventi e soddisfare la domanda che si caratterizza sia per una forte diversificazione, che per l’emergere di nuove categorie di bisogni e priorità.

Le scelte in ambito di politiche socio-sanitarie regionali devono esprimere una programmazione che indichi strumenti operativi e predisponga condizioni per una fattiva collaborazione fra i vari livelli

di intervento nelle varie articolazioni competenti, pervenendo ad un sistema di governance concertata e responsabile.

L’integrazione socio-sanitaria si prefigura “l’obiettivo di individuare una metodologia di programmazione unitaria che, superando la frammentarietà del sistema, definisca metodi, percorsi e strumenti di lavoro, ottimizzando le risorse, evitando sovrapposizioni e determinando le condizioni per il possibile valore aggiunto di sistema. È necessario offrire ai cittadini un’assistenza sempre più qualificata e rispondente ai nuovi bisogni di salute, intesa secondo l’accezione concepita dall’OMS (“stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”) che, come tale, si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che riguardano tutte le persone, indipendentemente dal loro stato e/o condizione; in tale accezione l’assistenza deve rispondere alla logica della presa in carico integrata secondo lo strumento della valutazione multidimensionale, al modello organizzativo della continuità assistenziale nonché all’approccio multidisciplinare secondo la logica dell’intervento di rete per soddisfare compiutamente i bisogni plurimi. È indispensabile realizzare condizioni di equilibrio tra i complessi bisogni dei cittadini della Regione e le risorse disponibili in modo coordinato e sostenibile. Siffatti elementi hanno costituito oggetto di confronto fra gli Assessori regionali pro-tempore, rispettivamente, della salute e della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro che esprimono, con la sottoscrizione del presente Protocollo, la reciproca volontà di determinare i presupposti per la realizzazione di un unitario modello di

governance della programmazione in materia di integrazione sociosanitaria.

Sono attestate sia all’Assessorato della salute sia all’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, competenze su particolari ambiti di assistenza afferenti alle seguenti aree:

• Area materno infantile

• Area disabili

• Area anziani e persone non autosufficienti

• Area dipendenze patologiche

• Area persone vulnerabili

• Area immigrati.

Quanto delineato mira a definire, sul piano organizzativo e metodologico, il programma degli interventi di politica regionale in materia di integrazione sociosanitaria, incluso il sistema unico dei

criteri di accreditamento delle strutture sociosanitarie e della disciplina inerente la compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell’ambito dei percorsi assistenziali integrati.

Occorre definire un ambito unitario per fornire un supporto tecnico alla programmazione strategica, finanziaria e operativa in materia di integrazione socio-sanitaria. Tutto ciò premesso le parti concordano quanto segue:

1) Nel quadro delle finalità esposte, nel rispetto delle rispettive peculiarità e competenze istituzionali, con la sottoscrizione del presente Protocollo le parti assumono il reciproco impegno all’avvio della realizzazione del sistema regionale integrato sociosanitario in Sicilia attraverso la costituzione di un organismo denominato “Coordinamento tecnico interassessoriale per l’integrazione sociosanitaria”, da istituirsi con successivo atto, che realizzi, a partire dalle seguenti azioni trasversali di sistema, il corretto svolgimento delle azioni inerenti gli ambiti di intervento delle aree sopra richiamate, le cui azioni/attività siano oggetto di interventi che si caratterizzino

come socio-sanitari. Al coordinamento interassessoriale sono demandate le seguenti

competenze:

• coordinamento strategico, finanziario e operativo degli interventi che si caratterizzano come socio-sanitari e formulazione di relative proposte operative ai diversi dipartimenti regionali coinvolti per le aree tematiche oggetto di integrazione;

• anagrafica unitaria, per l’Assessorato della salute e l’Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, per i soggetti che fruiscono dell’integrazione socio-sanitaria nelle sue molteplici prestazioni (criterio, quindi, basato sui soggetti/utenti e non sulle strutture/erogatrici);

• uso integrato delle piattaforme informative;

• monitoraggio delle azioni attivate nelle aree oggetto di integrazione socio-sanitaria, anche attraverso l’istituzione di apposito osservatorio socio-sanitario;

• integrazione delle attività di comunicazione;

• integrazione dei percorsi formativi.

2) Con il presente protocollo si intendono realizzare, in linea di priorità, le condizioni per rispondere alla presa in carico della persona, nell’ottica di una programmazione unitaria delle prestazioni indicate come prestazioni socio-sanitarie in conformità ai DPCM 14 febbaio

2001 e 29 novembre 2001. Per ogni area tematica in premessa richiamate, l’istituendo

“Coordinamento tecnico interassessoriale per l’integrazione sociosanitaria” dovrà, realizzare le seguenti azioni:

• declinare: obiettivi comuni, attività, cronoprogramma, indicatori per il monitoraggio e criteri di valutazione, fonte finanziaria;

• individuare ed introdurre una metodologia di lavoro orientata alla ricerca dell’efficacia dell’intervento in un’ottica di miglioramento continuo dei servizi;

• definire la mappatura dei servizi e la matrice delle responsabilità organizzative;

• procedere alla verifica semestrale dei percorsi, al monitoraggio dei risultati conseguiti;

• analizzare i problemi individuati:

• segnalare le eventuali criticità;

• prospettare linee di miglioramento;

• avviare, anche attraverso specifici tavoli tematici, l’implementazione dei relativi interventi per gli ambiti di seguito si declinati come azioni prioritarie.

3) Il presente Protocollo intende dare piena attuazione agli strumenti già introdotti dalla Regione in materia di integrazione sociosanitaria, assicurando azioni concertate per un corretto indirizzo alle prestazioni sociosanitarie con riguardo prevalentemente a:

• natura del bisogno;

• intensità dell’intervento assistenziale;

• complessità dell’intervento assistenziale;

• durata dell’intervento;

• oneri.

In relazione alle aree tematiche specifiche nelle premesse indicate, si individuano le seguenti azioni prioritarie:

ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA:

– predisposizione ed emanazione con apposito decreto, di bandi tipo per l’affidamento dell’assistenza domiciliare integrata, omogenei in tutta la Sicilia per qualità della prestazione e

costo della stessa;

– istituzione albo degli enti gestori e, quindi, definizione dei requisiti qualitativi, professionali e organizzativi necessari per lo svolgimento della prestazione servizio;

– attivazione e sviluppo PUA.

INTERVENTI PER LA NON AUTOSUFFICIENZA:

– definizione ed elencazione dei servizi che è possibile “acquisire”, anche attraverso il buono socio-sanitario, delle strutture che possono erogarli, dei criteri e degli standard, qualitativi e professionale, nonché dei sistemi di controllo da implementare.

STRUTTURE RESIDENZIALI, SEMI-RESIDENZIALI E DI LUNGO

ASSISTENZA:

– ridefinizione delle tipologie delle strutture residenziali / semi residenziali a carattere socio-assistenziale e socio-sanitario;

– armonizzazione di criteri e procedure di accreditamento;

– definizione quantitativa delle rette a carico dei comuni e a carico delle ASP in ottemperanza ai DPCM 14 febbraio 2001 e 29 novembre 2001;

– condivisione conoscenze, rilevazione strutture, attività, nonché loro capacità ricettiva.

DISABILITÀ:

– attivazione del piano triennale per le disabilità, secondo le previsioni del Piano sanitario regionale 2011-2013 e relative risorse.

IMMIGRAZIONE:

– definizione di specifiche linee di intervento rivolte in particolare a minori stranieri non accompagnati e a stranieri temporaneamente presenti (STP), contemplando anche l’utilizzo di profili professionali adeguati

SERVIZI CONSULTORIALI:

– programmi di integrazione sociale e sanitaria per qualificare ulteriormente gli interventi di prevenzione, diagnosi precoce e assistenza a tutela della donna, del bambino, dell’adolescente e

della famiglia in genere, per le molteplici espressioni di bisogni.

TUTELA MINORI:

– azioni di promozione del complesso delle politiche sociali e sanitarie di sostegno, accoglienza e tutela dell’infanzia, dell’adolescenzae delle famiglie.

INTERVENTI EXTRA LEA A RICADUTA SOCIALE:

– interventi da programmare in materia di attività assistenziali non rientranti tra le prestazioni del servizio sanitario nazionale, quindi fuori LEA, come programmi e/o metodiche di trattamenti

riabilitativi “malattie rare, metodo Doman” etc….

VOLONTARIATO:

– condivisione della conoscenza del sistema del volontariato e del servizio civile.

SALUTE MENTALE:

– promozione politiche di integrazione dei soggetti con patologie psichiatriche e delle loro famiglie con particolare riferimento alla qualificazione degli interventi di inclusione.

BENI CONFISCATI:

– condivisione di percorsi per la valorizzazione di beni a scopo socio-sanitario.


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