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Sono in difficoltà a scrivere la recensione di questo libro, perchè nonostante abbia letto alcune recensioni positive, a me non è paciuto.
Hope è una giornalista e sotto copertura viene inviata dal capo a fare uno stage in un prestigioso Hotel a cinque stelle di Parigi: la missione consiste nel carpire ogni segreto dell'organizzazione della hotellerie a cinque stelle e scriverne un articolo. Dal momento in cui Hope mette piede sull'aereo diretto a Parigi è tutto un crescendo di colpi di fortuna. Hope trova l'uomo della sua vita, amici favolosi, clienti che le regalano capi firmati senza batter ciglio, proposte di lavoro a iosa.
Allora, da dove iniziare? Innanzitutto dalla protagonista. Io adoro leggere anche perchè posso immedesimarmi nei personaggi e volare via con la fantasia. Con Hope non ci sono riuscita. La sua fortuna sfacciata va otre la realtà: non è possibile che in una settimana incontri, conosci e ti innamori dell'uomo della tua vita e che la cosa sia reciproca. Non è possibile che in pochissimo tempo (tre giorni) l'amicizia con una collega diventi così forte da spingere quest'ultima ad invitarti alla festa di fidanzamento del fratello che si tiene nel maniero di famiglia nella campagna inglese. Possibile è invece che l'uomo della tua vita sia uno dei fratelli della collega dall'invito facile, ma non che lui sia un conte imparentato alla lontana con la famiglia reale! E d'accordo che sono favorevole alle coincidenze ma....possibile che quel fratello che si sta fidanzando sia uno dei vecchi flirt di Hope?
Al di la di questa realtà utopica che vive la nostra protagonista nell'arco dell'intero mese dello stage, e ricordo che il tutto si concretizza già la prima settimana, avrei da ridire anche sul fatto che i dialoghi sono troppo lunghi e banali, che le descrizioni non esistono e che chi racconta la storia si è sostituita a me per giudicare e valutare ogni aspetto di ciò che sta raccontando: chi scrive già mi dice che una cosa è bella, ma non mi dice come è fatta, io so che quella cosa è bella perchè me lo hanno detto, non perchè ho avuto la possibilità di poterla immaginare e dire "che meraviglia".
Altro difetto sta invece nell'esponenziale numero di marche che sono citate: una frase su tre (va beh ora forse esagero, però'...) è infarcita di Burberry, Chanel, Dior, Jimmy Choo, Prada, Armani e chi più ne ha più ne metta.
Peccato perchè secondo me la storia è anche carina: l'idea di una stagista che nel corso del suo lavoro si innamora di uno straricco ci sta, è buona, ma al di là dello stile veloce secondo me questo libro si presenta come una grande bozza a cui manca il lavoro finale: mancano i dettagli, mancano i sentimenti, mancano le descrizioni. Posso però dire che è un libro che vi consiglio se cercate qualcosa di leggero da leggere per passare un paio d'ore, per evadere dalla realtà e credere che l'impossibile possa accadere.
Mi spiace dover scrivere questa recensione negativa, soprattutto visto l'entusiasmo che la scrittrice mette nel suo lavoro e nel pubblicizzare il suo libro. Ma sarei io a non fare il mio lavoro se vi indorassi la pillola e i presentassi questo libro in un modo che sicuramente non mi appartiene
Bacio
R.
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