Di Adriano Modica su questo blog, avete già sentito parlare. Che sia uno dei nostri cantautori preferiti (oltre che concittadino), è chiaro, ed è per questo che vi proponiamo un’intervista integrale, con la quale finalmente abbiamo avuto l’onore di carpire il suo pensiero. Vagabondo com’è, sempre in giro per le strade d’Italia, il cantautore per meta calabrese e per metà siciliano, lo abbiamo sentito per un approfondimento legato alla musica indipendente, come genere, ma anche come condizione, come scelta … Ecco cosa dice Adriano Modica, che speriamo di rivedere al più presto sui palcoscenici più importanti, a raccontarci le sue idee, a cantarci le microstorie di noi uomini e donne, contemporanei meridionali.
1) Il nuovo disco: raccontami qualcosa di come va il lavoro che tanto mi sembra ci sia ancora tempo…
(Adriano) «Il disco nuovo si chiama La sedia, ovvero l’album di legno, terzo ed ultimo capitolo di una trilogia dei materiali di cui fanno parte Annanna del 2005 e pubblicato nel 2008 e Il fantasma ha paura del 2007, rispettivamente album di stoffa e di pietra.
A differenza dei due precedenti non lo registro in studi professionali, ma da solo nel mio studio mobile ambulante; lo registro alla vecchia, ovvero con registratore a bobine, segreterie telefoniche e vecchi apparecchi a valvole recuperati con grandi sacrifici in questi ultimi anni; ho una specie di malattia degenerativa per il suono antico, il suono dei dischi di cinquanta o sessanta anni fa.
Ho iniziato a registrare a febbraio e riprenderò ad ottobre dopo una pausa estiva. è un album complesso e un po’ ambizioso che richiede molto tempo.
Conto di farlo uscire per inizio 2011 e in contemporanea partire col tour promozionale in tutta Italia e con un tour virtuale a cui sto lavorando.
Proprio in questi mesi ho messo on line sul mio sito (www.adrianomodica.it) un “diario della sedia”, che da settembre avrà aggiornamenti più frequenti, con foto, estratti audio e video delle sessioni di registrazione e “cinque oggetti che portano alla sedia”, cinque “trailer” che introducono concettualmente all’album realizzati con Saverio Autellitano, curatore anche del sito».
2) Musica indipendente in Calabria: da quello che vedo più che una scena indipendente si parla proprio di autoproduzione, allorché mi chiedo se la scelta è obbligata o c’è effettivamente una consapevolezza di tipo politico, o di lotta alle major.
(Adriano) «Su questo mi trovi poco aggiornato, negli ultimi due anni sono stato abbastanza fuori dai giri. Riguardo alla musica indipendente in generale penso, che in questi tempi del tutto per tutti, si sia assottigliato molto il divario tra professionismo e dilettantismo e conseguentemente ampliata la fascia di mezzo. E’ bello che tutti abbiano la possibilità di suonare e prodursi da soli un demo o un lp, però purtroppo questo va spesso a discapito della qualità e crea parallelamente un gran marasma all’interno del quale è un casino raccapezzarsi. Sommando a questo il fatto che in Italia sono sempre meno i posti in cui poter far vivere l’arte e sempre meno i soldi si crea il fenomeno devastante della troppa offerta per poco mercato con enorme “svalutescion”.
Per quanto riguarda il valore politico della scelta d’indipendenza devo dire che non ci credo molto. Una proposta da una major, soprattutto dopo anni di sbattimenti, è una cosa che farà sempre gola anche se sono palesi le innumerevoli controindicazioni di un contratto di quel tipo.
Penso che se davvero solo la metà di tutti quelli che dicono di voler lottare muovessero anche solo un dito, e non parlo solo della musica, davvero staremmo meglio di così. Ma non è così, evidentemente. Direi quindi più una scelta obbligata, non mi fila nessuno allora mi rimbocco le maniche e lo faccio da solo».
3) L’esperienza alla/della Locanda Atlantide e con quale progetto hai suonato lì, e quando ?
(Adriano) «Alla Locanda ho suonato nell’inverno del 2007 con gli Ulan Bator nel periodo in cui suonavo il basso con loro. E’ stata una serata media, non c’era molta gente ma il posto è bello, un po’ decadente ma bello. Ti confesso che non ricordo molto».
4) (Per fare cifra tonda) Dove è finita la scena reggina ???
(Adriano) «Non saprei».
5) C’è qualcosa o qualcuno a cui ti ispiri per questo nuovo lavoro ?
(Adriano) «Nel disco ci sono una serie di riferimenti, quali voluti e quali no, a tutta una seria di cose che mi hanno segnato: i Pink Floyd di Syd Barrett, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Nick Drake, Leonard Cohen, Luigi Tenco, i Beach Boys di Pet Sounds, Piero Ciampi, Cesare Pavese, Sergio Leone, Ennio Morricone, Bud Spencer e Terence Hill, Lupin, Franco e Ciccio, Batman, Stanlio e Olio»…
6) Che cosa è “la piccola orchestra che ho in testa” e come funzionerà “il Coro delle voci dall’Armadio”.
(Adriano) «La Piccola Orchestra Che Ho in Testa è un’orchestra che ho in testa da sempre e che prenderà finalmente vita per La sedia. una specie di mago di Oz che dal bianco e nero diventa a colori.
Il Coro Acrobatico Delle Voci Nell’Armadio è un collettivo che comprende persone raccolte in una vita sparse in giro per l’Italia che andrò a registrare a domicilio».
7) Il video che hai pubblicato ha un seguito? accompagnerà l’uscita dell’album ?
(Adriano) «Il video che ho pubblicato è il primo di “Cinque Oggetti Che Portano Alla Sedia”, cinque trailer che introducono all’album.
(Adriano) «Questo, come avrai potuto leggere sul sito, è una sorpresa».
9) Altri progetti, sorprese, novità varie.
(Adriano) «Tanti progetti, sempre. Però sono un perfezionista maniaco e questo mi rende lento. Ho in programma di realizzare dei videoclip per alcuni brani del disco; poi sto già lavorando ai brani del prossimo album.. un cortometraggio in testa, una mostra di disegni minimali»….
10) Quale è il senso della tua attuale riflessione ? (sulla base delle cose scritte sul sito)
(Adriano) «Il senso della mia attuale riflessione è che per imparare la vita bisogna morire almeno un paio di volte.
Per cui migliorarsi richiede un gran senso di sacrificio».
11) L’album ha una canzone manifesto, che racchiude tutto il tuo pensiero ?
(Adriano) «Sto lavorando ad un lp proprio perchè una canzone non bastava per contenere tutto. E se vogliamo dirla tutta ho concepito una trilogia perché neanche un solo lp mi bastava per esplorare certe idee su come nasciamo, cresciamo e decresciamo. E non sono neanche una persona prolissa.
Il brano che probabilmente sarà il singolo si chiama “Almeno il cielo è sempre uguale”. Altri candidati “Il divano” e “Il bastone e la scala”».
12) Gli arrangiamenti li curerai sempre insieme alla “terza mano”…… o altro ?
(Adriano) «Come per i dischi precedenti la base degli arrangiamenti è mia e poi su quella si va avanti insieme per capire se si può andare oltre e come; di sicuro questo è successo molto più ne La sedia, che nei precedenti anche se sui nastri sto facendo un casino, sto sconvolgendo un po’ le cose».