Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Per questo, ogni settimana, condivideremo con voi un piccolo frammento di storia, nella speranza che lasci qualcosa anche in chi non l’ha ancora letta.
Presi la candela, trovai lo specchio nel ripostiglio e salii nel sottotetto. Appoggiai lo specchio sul macinatoio contro la parete e vi misi vicino la candela. Estrassi l’astuccio degli aghi e, scegliendo il più sottile, passai la punta sulla fiamma. Poi aprii la boccetta di essenza di garofano, aspettandomi un odore nauseabondo, di muffa o di foglie marce, come tutte le medicine. Invece aveva un odore dolce e strano, come di biscotti al miele lasciati al sole. Veniva da lontano, da luoghi dove forse Frans sarebbe andato con la sua nave. Ne versai qualche goccia su una pezzuola, con la quale mi tamponai il lobo sinistro. Aveva ragione lo speziale: quando pochi minuti dopo toccai il lobo, sembrava che fossi rimasta esposta al freddo senza avvolgermi uno scialle intorno alle orecchie.
Tolsi l’ago dalla fiamma e aspettai che la punta arroventata diventasse color arancio e poi nera. Quando mi chinai verso lo specchio fissai la mia immagine per un attimo. Alla luce della candela avevo gli occhi pieni di lacrime, scintillanti di paura.
Fa’ in fretta, pensai. Aspettare non serve a niente.
Tirai il lobo dell’orecchio per tenderlo e con un unico movimento spinsi l’ago nella carne, da parte a parte.
Prima di svenire pensai: ho sempre desiderato mettermi monili di perle.