L'Opera.... e Il Musical...
Questa divisione a mio parere, è fondamentale anche dal punto di vista drammaturgico, cioè del "come" si va a "esporre" la storia da raccontare.
Nell'Opera si parte dalla stesura di un libretto, avente una struttura metrica abbastanza regolare e di un numero di atti variabile, da musicare successivamente:
Partendo dunque in questo modo è possibile creare un'ossatura drammaturgica più solida e compiuta, con piu' "spazio" da dedicare alla caratterizzazione dei personaggi, delle situazioni e allo svolgimento della trama.
Nel Musical accade l'inverso, generalmente difatti i testi sono ricalcati sulle musiche, che hannoin genere la struttura della"canzonetta" moderna: formata da moduli semplici, ricorsivi e meno "ariosa", spesso non hanno una struttura metrica regolare .
La parte recitativa è abolita, o appena accennata come parte del brano stesso; inoltre i drammi non superano quasi mai i due atti: percio' l'azione, svolgendosi in meno "spazio" drammaturgico, viene spesso "accennata" piu' che raccontata.
Queste caratteristiche dovrebbero essere ben chiare a chi vuol metter sù un dramma musicale, a meno che non sia già tanto esperto che puo' permettersi il lusso di "giocare" con la materia.
Accade infatti sempre piu' spesso (specialmente da noi) di assistere a spettacoli che, pur famossissimi e blasonati, non essendo né l'una né l'altra, finiscono per annoiare entrambe le categorie di spettatori:
I melomani vorrebbero un libretto più curato stilisticamente (e si trovano invece della banale simil-prosa incolonnata), e gli amanti della Commedia Musicale vorrebbero motivi più accattivanti e "immediati" (ed invece si trovano ad ascoltare un Requiem di due ore).Ultimamente va di moda definire questi mattoni noiosi di cui sopra con in nome di "Opera Popolare".
In realtà ho impressione che si tratti di una definizione inventata di sana pianta da Cocciante per nobilitare il Fiasco degli ultimi suoi spettacoli (e di quelli che gli assomigliano).