
In italia abbiamo uno standard diffuso e riconosciuto per definire un ordine ciclico.
La denominazione di Tracy (trading cycle) con i suoi multipli (T+1, T+2, …) e sottomultipli (T-1, T-2, …) vale però solo entro i ristretti confini nazionali ma risulterebbe incomprensibile fuori confine.
Per la scuola di analisi ciclica Usa, ad esempio, è fondamentalmente rimasta in uso la classificazione introdotta da JM Hurst oltre quaranta anni orsono.
E’ da notare però, oltra alla mera corrispondenza che dei cicli principali che riporto in tabella, come statisticamante i cicli, in particolare su alcuni mercati, siano più commisurati alle durate proposte da Hurst che a quelle stabdard da noi spesso acriticamente accettate in Italia.
Detto questo sappiamo come debba per noi essere determinante, in luogo della di per sé insignificante conta delle barre con il pallottoliere, il corretto utilizzo delle Fasi cicliche e del Principio di reciprocità per approssimare efficacemente l’ordine di un ciclo.







