La colazione alla German Bakery era, secondo noi, a botta sicura...Ci siamo seduti all'interno del localino, una coppia davanti a noi: lei sulla sessantina,vestita di una lunga treccia argentata,lui ventenne con i capelli raccolti morbidamente a mo di disordinato chignon.
Affascinanti,sorseggiavano il loro tè e fumavano una sigaretta dopo l'altra,con calma,guardando il mare.
Assorti nei loro gesti lenti,parlavano solo di tanto in tanto e quasi a bassa voce.
Ci siamo divertiti ad indovinare: mamma e figlio?Amanti?Amici?Loro,un tutt'uno con il posto,non si sono curati della nostra presenza.
(Avevano l'India dentro).Quando finalmente il cameriere ci ha portato il menu,la nostra attenzione si è spostata sul cibo,affamati oltre che di visioni,anche di pietanze.
Lo abbiamo aperto insieme,avidamente...gli occhi subito sgranati alla vista di una povera mosca agonizzante tra le pagine di plastica...
Pagina successiva,stessa scena.
A quanto pare il menu aveva una doppia funzione in quel posto infestato di mosche dispettose.
(Sono meditatori falliti disse qualcuno scherzando qualche anno fa,alle prime lezioni di meditazione,durante lo sharing conclusivo...si sono reincarnati e disturbano chi sta meditando davvero).
Abbiamo ordinato comunque,non sapevamo proprio dove altro andare...o non avevamo voglia di spostarci...anche se quel posto era così sudicio...(Nemmeno i baracchini notturni in cui ci saremmo fermati qualche notte dopo durante i viaggi in bus ci sembreranno così unti e appiccicosi)Eppure chisenefrega. Eravamo così felici!Vorrei rivederci così,come in questa foto,spettinati e selvaggi,vestiti di colori e con i piedi sporchi.
E' stata scattata da Deva,il nostro amico autista in quei giorni.Al ritorno da Arambol, per strada si fermava nei posti più assurdi per scattarci le foto e prendere qualche rupia in più ( a questo lo abbiamo capito dopo)Eppure quelle foto adesso ci sono così care!
Mi nutro di India,ogni giorno,i libri fanno di compagnia in questo.E' la volta di Acqua (Di Bapsi Sidhwa,traduzione di Valeria Giacobbo),avrei voluto aspettare di finirlo per vedere il film,regalato dai miei fratelli tempo fa,ma non ho resistito...Il libro/film,ambientato nel 1938,ci racconta la storia di una bambina di nome di Chuya,vedova a 8 anni...
Ho trovato il film nella prima parte molto delicato,nonostante le tematiche,la fotografia mi ha incantata...
Poi,nella seconda parte,in alcuni momenti mi ha emozionata,scuotendomi in altri.
C'è chi ha il Mal d'Africa ma io ho il mal d'India ha detto un'amica al telefono giorni fa.
Come darle torto?
Lei ci è stata molte volte e spero tra qualche anno di poter dire la stessa cosa.
Vorrebbe dire molti ritorni tra le braccia di una grande Mamma buona che ha così tanti figli da non riuscire a seguirli tutti.
Per questo a volte può sembrare crudele.
Una volta che hai l'India dentro non puoi più farne a menoScrive qui Pierpaolo di Nardo.Credevo che con il Viaggio la mia passione per questa terra si sarebbe placata...illusa!E' viscerale,più forte che mai.
E sono ancora lì,su quella spiaggia, a camminare sulla sabbia umida,affondarci i piedi e giocare con le onde.
This is not England or New Zealand,or Australia,or wherewer the fuck else.This is India man.
This is India.This is the land of the heart.
This is where the heart is king,man.The fuckin'heart.That's why your free.
Gregory David Roberts. Shantaram.