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Arcana Heart 3: Love Max!!!!! – Botte d’amore

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "plutarco" Calgaro

Le console di nuova generazione hanno oramai festeggiato il loro primo anno di vita e, come al solito, la fine dell’anno solare oltre ad essere un periodo di enorme sperpero di denaro per i videogiocatori (o per le persone che sono costrette a fare loro un regalo) rappresenta anche il classico momento in cui si prende fiato e si guarda a ciò che è stato; si tirano le somme, per così dire. I due maggiori competitor del settore videoludico sono giunti alla fine di questo 2014 in sostanziale pareggio, con le loro nuove creature imbellettate da poche novità e da tante edizioni rimasterizzate. Già. I “vecchi” hardware, che secondo le dichiarazioni, avrebbero dovuto accompagnare (o almeno, affiancarsi) ancora per qualche anno la nuova generazione che fine hanno fatto? Da questo punto di vista, se si eccettuano le solite uscite multipiattaforma che non fanno testo e che anzi risentono di una ottimizzazione molto spesso frettolosa e poco curata per i vecchi hardware, la corona del vincitore la possiamo senza dubbio porre sul capo di Playstation 3.

Ciò che sorregge il “vantaggio tattico” della vecchia ammiraglia Sony appare immediatamente evidente anche al più sprovveduto dei videogiocatori. Essa infatti deriva prettamente dall’intrinseca natura nipponica della console. Tralasciando il fatto che la stessa in madrepatria gode ancora di ottima salute e concentrando l’attenzione nel nostro piccolo orticello occidentale, abbiamo notato come nel corso dell’anno siano giunti nei nostri lidi un florilegio di prodotti made in Japan in esclusiva per il monolite nero, sovente localizzati dopo un bel po’ di anni rispetto l’originale release orientale. Una mera questione di “ritardo” dunque, che però agli occhi del giocatore occidentale appare come nuova linfa per una console altrimenti appiattita, in attesa di staccar la spina, sui titoli multipiattaforma.

Ecco dunque arrivare a stretto giro di posta titoli come Hatsune Miku Project Diva, Akiba’s'trip 2, Tears to Tiara II e molti altri, sino all’ultimo, imperdibile, Persona 4 Arena Ultimax, spin off crossover beat’em up della serie Persona confezionato e firmato dagli specialisti del genere, gli Arc System Works; gli stessi che hanno curato la pubblicazione su console di Arcana Heart, una serie di picchiaduro abbastanza giovane, creata da Examu, nata e cresciuta inizialmente nei cabinati delle sale giochi, così ancora tanto in voga in Giappone. Il terzo capitolo della serie è da poco giunto anche da noi, come spesso accade nella sua versione ampliata e corretta, accumulando comunque un ritardo non indifferente rispetto all’originale release.

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UN CAST TUTTO AL FEMMINILE

Sin dal suo esordio la serie Arcana Heart si è distinta dagli altri confratelli beat’em up per due particolarità: un cast tutto al femminile (cosa comunque divenuta comune nei picchiaduro degli ultimi tempi) e la possibilità di abbinare – scegliendo tra un ampio ventaglio di possibilità – ogni procace lottatrice con un Arcana, ovvero una sorta di creatura demoniaca (o celestiale; in ogni caso sovrannaturale, tipo i Persona per intenderci) la cui presenza andava ad influenzare in modo deciso le strategie di lotta. Love Max!!!!! non è altro, come dicevamo, che una versione ampliata e ribilanciata del terzo capitolo datato 2009 e, come tale, non apporta alcuna modifica alla formula originale; né sotto il profilo della presentazione e dei contenuti né sul fronte del gameplay.

Pur essendo un picchiaduro ad incontri, non poteva mancare come da tradizione una storyline che legasse, tramite un deboluccio background narrativo, le ventitré (venti veterane più tre new entry) combattenti e giustificasse, così, i combattimenti. L’impalpabile intreccio narrativo di Arcana Heart si adagia su un Giappone alternativo appena ripresosi dal “Great Kanto Incident” (accaduto in Arcana Heart 2), dove diverse organizzazioni segrete come la Dexler Institution e la Rosenberg Agency si contendono l’egemonia sul campo tramite le rispettive combattenti per assicurarsi il controllo di misteriosi cristalli dal potere immenso; in grado addirittura di porre fine alla vita sulla terra. La story mode non possiede grande mordente e tra una fanciulla e l’altra essa si presenta praticamente identica,nonostante qualche piccola personalizzazione. Ciò che ci ha lasciato perplessi è l’esiguità, dal punto di vista della durata e della varietà, di ogni storia. Certo, ogni scontro è preceduto da qualche stringa di dialogo in stile visual novel, ma oltre a questo ogni storia vede il suo epilogo in appena sei stage. Troppo poco per uscirne coinvolti, nonostante la presenza di diverse caratteristiche e di svariati stili di combattimento, diversi per ognuna delle combattenti.

Chiaramente, oltre alla story mode, la quale comunque vi terrà impegnati per un po’ grazie all’ampio roster e alla sperimentazione degli altrettanti Arcana, non potevano certo mancare le classiche modalità presenti in ogni beat’em up che si rispetti, a partire dall’Arcade mode, al Time Attack, per passare alla modalità Trial (in cui oltre a sconfiggere l’avversario si devono completare determinate missioni) ed a quella classica multigiocatore in locale oppure online (quest’ultima purtroppo ancor poco popolata per poter dare un giudizio). Nulla di particolarmente esaltante od originale dunque, ma la longevità viene leggermente ampliata non solo da quanto accennavamo poc’anzi, ossia roster di combattenti ed Arcana molto ampio e davvero vario, ma anche da un certo grado di sfida dettato dalle missioni e dagli obiettivi proposti e valutati secondo il classico metodo delle tre medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.

AH, LA VECCHIA SCUOLA…

La serie Arcana Heart si è inoltre adagiata da sempre pedissequamente su canoni estetici e tecnici già ampiamente consolidati sin nelle fondamenta dagli esperti del settore grazie ad altre due serie divenute di culto e che qui ci limitiamo a citare: Guilty Gear e BlazBlue. Non per niente la versione console è stata curata ed ottimizzata da quei Arc System Works cui facevamo cenno in apertura di recensione. Love Max!!!!! non punta certo a stravolgere lo status quo, tutt’altro, e quindi ecco riproposte le due dimensioni ed il tecnicismo old school. La mappatura personalizzabile del pad presenta i classici tre attacchi principali (leggero, medio e forte), il comando per le prese e quelli demandati al cd. homing attack e all’utilizzo della creatura Arcana (l’equivalente dell’attacco speciale con il conseguente consumo della barra Gauge). In merito all’attacco speciale, gli sviluppatori hanno pensato anche ai meno esperti, semplificando l’esecuzione di detta azione tramite la riunione della pressione di più tasti in un unico comando. Ad ogni modo i combattimenti ricordano molto da vicino, grazie al parco mosse e la netta propensione ad utilizzare la verticalità dello stage tramite il juggling, altri e ben più blasonati esponenti del genere.

Quanto abbiamo appena detto non è da intendersi come un male, intendiamoci. L’imitazione è la più alta forma d’adulazione direbbe qualcuno. La struttura regge e riesce a far divertire, grazie anche ad una vagonata di fanciulle moe dai più disparati stili di combattimento e dalla buona caratterizzazione comportamentale. Inoltre, la presenza di ben ventitré Arcana (altrettanto ben caratterizzati) tra cui scegliere a piacimento e sin da subito (al contrario, se non andiamo errati, di quanto accadeva nei precedenti capitoli), permette di personalizzare ancor di più la combattente e sperimentare le molte combinazioni possibili con le creature celestiali. Il potere dell’eroina prescelta infatti varierà a seconda del compagno affiancatole, di cui acquisirà le caratteristiche ed i poteri (solitamente elementali).

PIXEL GROSSI COSI’

A dispetto di una buona e profonda dose di tecnicismo, frutto molto probabilmente di un lavoro di ottimizzazione certosino in concerto con alcuni sviluppatori di Arc System Works presi in prestito, l’aspetto estetico e tecnico lascia decisamente l’amaro in bocca. Il titolo di Examu si scinde infatti in due anime distinte e contrastanti fra loro. La prima si presenta ben fatta, ricca di tavole illustrate ed intermezzi dialogati puliti e definiti nel caratteristico stile anime che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. La seconda invece, sostenuta dall’engine grafico che anima le lottatrici, appare assolutamente scarna, priva di mordente e vetusta. Se da un lato ci si potrebbe sperticare in lodi per un supposto gusto retrò che rende omaggio ai grandi beat’em up bidimensionali rappresentanti di un glorioso passato, dall’altro ci si rende presto conto che la scelta (sarà stata una scelta voluta e ponderata?) imbarca acqua da più parti. Ciò diviene ancora più evidente se si opera un paragone con altri picchiaduro bidimensionali moderni i quali, pur ossequiando la Golden Age, riescono a fare faville anche sotto il profilo della mera grafica. Ad ogni modo la schermata, oltre ad apparire scarna ed estremamente pixelata, si presenta piccola, racchiusa come è tra due bande laterali che limitano decisamente il campo visivo necessario per poter godersi l’azione di gioco. Le due bande laterali sono una sorta di “quick link” che serve unicamente per fornire informazioni (inutili) sulla lottatrice e per mostrare diverse animazioni (sempre in stile anime) della stessa a seconda di come gira lo scontro. Questa “aggiunta” da cabinato arcade non è delle più felici, bisogna ammetterlo. Oltre a limitare la visuale sull’azione di gioco, porta spesso anche a distrarre il giocatore, il quale magari inconsciamente butta l’occhio perché percepisce delle immagini in movimento (tralasciando tra l’altro il fatto che il più delle volte sono proprio i corpi e le curve delle fanciulle ad essere una grande distrazione). La superficialità grafica si riflette anche sul comparto audio, in cui è stato mantenuto il buon doppiaggio in lingua originale ma la soundtrack manca di originalità ed è affetta da una ripetitività di fondo difficilmente apprezzabile rispetto a quanto avviene con altre controparti.

Arcana Heart 3: Love Max!!!!! – Botte d’amore


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