Un MMORPG (gioco di ruolo online di massa) che viene presentato come “sandpark” dagli sviluppatori non può non attirare l’attenzione degli appassionati del genere. Su questo infatti punta Trion Worlds, già pubblisher del famoso GdR online RIFT, con un accostamento di termini che sembra portare ad un paradosso: sandpark infatti unisce il termine sandbox, che sta ad indicare una categoria di videogiochi in cui vengono messi a disposizione del giocatore degli strumenti ed è lui a decidere come usarli e cosa fare con il suo personaggio, e themepark, cioè la categoria nella quale il giocatore è guidato nella sua avventura e segue delle precise regole di progressione del personaggio. È un’affermazione decisamente coraggiosa, ma in un periodo di crisi per il genere dei MMORPG tradizionali avere coraggio aiuta ad emergere dalla mischia.
La domanda che sorge spontanea è se davvero ArcheAge riesca a presentarsi come un ibrido di queste due importanti categorie. Giocandovi ci si rende conto di come il tentativo indubbiamente ci sia stato, le features innovative sono molte e buona parte di queste sono tendenti al sandbox, ma il tutto è contornato da un gameplay e un’ambientazione themepark che portano ad un gioco che è né carne né pesce, con una sfumatura purtroppo più negativa del detto.
Fra le funzionalità interessanti vi sono la possibilità di interagire con la maggior parte degli oggetti che si possono trovare nel mondo di gioco, dalle luci dei lampioni ai pozzi fino ad arrivare ad arrampicarsi sugli alberi, o la possibilità di avere una propria casa e fattoria non istanziate; inoltre le mount sono delle creature vere e proprie con tanto di punti vita e abilità personali; vi è la possibilità di fare processi e condannare giocatori che vengono colti nell’atto di rubare qualcosa; i PG dei giocatori sono delle entità fisiche e di conseguenza è presente il bodyblock; il sistema di commercio è estremamente interessante e curato; si possono costruire navi e fare battaglie navali sia PvE che PvP. Insomma le features sandbox sono molte e piuttosto ben realizzate.
D’altro canto gli aspetti forse più importanti per un gioco di ruolo, che sia online o meno, cioè l’ambientazione, il lore e i sistemi di combattimento e progressione del personaggio sono decisamente classici e non si distinguono dalla concorrenza: il contesto in cui si colloca il mondo di gioco è molto anonimo e sembra scopiazzato da altri concorrenti più famosi, l’evoluzione della storia è abbastanza banale, il sistema di combattimento è un clone di quello di World of Warcraft e la progressione del personaggio, per quanto permetta di scegliere fra una varietà di specializzazioni molto generosa, non spicca per originalità. Insomma, se gli sviluppatori avessero deciso di puntare sugli elementi sandbox invece di cercare di creare un ibrido il risultato sarebbe stato molto convincente e piacevole.
Altra questione interessante è il fatto che ArcheAge sarà free to play, ovvero non sarà richiesto un canone mensile obbligatorio per giocare e lo si potrà scaricare gratuitamente dal sito ufficiale. Il rischio dei giochi free to play è che in genere vi sono delle features a pagamento che rendono molto più avvantaggiati i giocatori che decidono di pagare per avere un account premium; ArcheAge sembra non protendere in questa direzione, ma alcune delle funzionalità più divertenti e utili come avere la casa e la fattoria private saranno accessibili solo ai giocatori premium, e anche aspetti come il crafting (cioè la creazione di oggetti) saranno limitati per i giocatori free.
Dal punto di vista tecnico ArcheAge utilizza il CryEngine 3 adattato ad uno stile grafico orientale (il gioco è stato prodotto in Corea) e nel complesso la componente visiva risulta piacevole. Le musiche, per quanto di buona qualità, non sempre si adattano alla situazione giusta.
Il gioco al momento è in closed beta per l’Europa e il Nord America (in Corea è stato rilasciato nel Gennaio 2013) e, sebbene non vi sia ancora una data di rilascio ufficiale, uscirà entro la fine dell’anno.
A cura di Tomass T. Vadi