Archeologia o...

Da Rici86
Archeologia. Una parola che evoca un passato lontano, monumenti sepolti, grandi ricerche. Ma anche profezie d'altri tempi, alieni, caccia ai Nazisti, frustini e cappelli panama.A ogni archeologo che si rispetti sarà capitato, almeno una volta, di sentirsi dire quelle frasi che sono ormai mantra della professione:"Che bello, anche io avrei voluto fare l'archeologo, ma poi ci ho ripensato""Ma chi ha costruito le piramidi?""Allora studi i dinosauri?""Quindi il mondo finirà nel 2012?"E avanti ancora così...Ma io preferisco le frasi personali, dette con il cuore, con convizione, con affetto. Che dimostrano quanto i non archeologi conoscano l'archeologia. Come la breve selezione di situazioni - reali, purtroppo - che ora vi propongo.
L'anziano cliente di mio padre.Ero prossima alla laurea il giorno che un anziano cliente si presentò da mio padre e, mentre era in ufficio, gli chiese notizie di me.Mio padre rispose che frequentavo archeologia all'università.Con sguardo alquanto perplesso e in un perfetto dialetto, il signore gli chiese: "E poi cosa farà?"Mio padre, allora, ha iniziato a spiegare cosa fa un archeologo: scavi, musei, ricerche sul passato...La perplessità non svaniva, semmai aumentava: "E poi cosa farà?"E mio padre che cercava  in tutti i modi di spiegare cos'è e cosa fa un archeologo, cos'è uno scavo, a cosa serve...Ma la domanda restava: "E poi cosa farà?"Alla fine, stufo anche lui come lo sarei stata io stessa al suo posto, consapevole che qualsiasi spiegazione sarebbe stata inutile, ha risposto: "Va per tartufi!"Ecco! L'illuminazione divina!"Ah!", rispose l'anziano signore, convinto di aver finalmente capito quale sarebbe stato il destino dell'archeologa una volta terminati gli studi. Certo, i tartufi sono probabilmente più redditizi di un kantharos in bucchero... forse dovrei pensare di sostenere anche l'esame di Tartufologia romana applicata?
Lo sconosciuto nella sala d'attesa.Le sale d'attesa sono un luogo in cui si fanno, a volte, incontri interessanti. In certe sale d'attesa si tratta più che altro di incontri a dir poco curiosi...Come, ad esempio, quel simpatico signore incontrato dal medico, uno che, a parole sue, conosce bene come funziona il mondo."E lei cosa fa?""L'archeologa""Ah, quindi il terremoto da che parte viene?"Ci ho messo un po' a capire cosa intendesse dire... Poi ho realizzato. Veramente ho detto archeologa, non geologa...La versione più attuale della domanda sulla fine del mondo? Una reinterpretazione della profezia Maya?
La conoscente.Dalle persone ci si può aspettare di tutto. Soprattutto da quelle che ti conoscono fin da quando eri una bambina."Tu hai fatto l'artistico, vero?""Veramente il classico, perché?""No, sai, ho visto nella tua cassetta della posta una rivista di architettura..." Certo, ora ArcheoNews è una rivista per architetti rigorosamente diplomati al liceo artistico...
"Di archeologia, vorrai dire"
"Ah, già... archeologia..."
Vuole farmi credere di aver capito... mah... io ho ancora qualche dubbio... Ed ecco che la successiva affermazione fissa ogni mia certezza.
"Senti, ma è più bella Olimpia o Istambul?"
Cos'è, un quiz a premi? C'è un tranello? Se rispondo giusto vinco un viaggio nella località prescelta? 
Non proseguo la trascrizione della conversazione, che si è conclusa con la profezia che entro la fine dell'anno mi sposerò e avrò quattro figli... che sia un post scriptum della profezia Maya? La cosa inizia a inquietarmi seriamente... 
Quali altri incontri attenderanno l'intrepida archeologa? Quali altre sorprese riserverà l'ardua professione archeologica? Nell'attesa di un nuovo entusiasmante incontro con le stranezze del genere umano, auguratemi buona ricerca dei tartufi!
*** Avvertenza: "Il racconti dell'altro Melpum" è una rubrica scherzosa.

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