Eh si, archiviate anche le paralimpiadi, si ritorna alla normalità in questa bella città. Ancora non sono stati rimossi i millemila mostriciattoli mono-occhio mascotte : Wenlock (Olimpiadi) e Mandeville ( Paralimpiadi). Questi sono i nomi di due località Inglesi molto importanti nella storia dei Giochi Olimpici.
Ma non li trovate bruttarelli? Se ne trovavano davvero tanti per la città, e tutti diversi. Queste mascotte sono state ampiamente discusse dagli Inglesi e non! Intanto per la loro, appunto, bruttezza, poi per il fatto di essere stati prodotti da manodopera cinese a basso costo, e tutta una polemica di presunti legami a simbologie massoniche. Il logo poi delle Olimpiadi, pure quello è stato aspramente criticato, dal costo esorbitante.
Quello che mi rimarrà di questa edizione, è legato alle Paralimpiadi. Non mi era mai capitato di seguirle, stavolta invece ( chissà perchè), ho avuto modo di guardarle. Ci sono degli atleti che lasciano qualcosa e la loro immagine rimane vivida nella mente…
Prima di tutto Oscar Pistorius, l’atleta 25 enne Sud Africano, nato con una malformazione genetica.E’ nato infatti senza i talloni ed all’età di 11 anni gli sono state amputate entrambe le gambe. E’ stato il primo atleta Paralimpico a partecipare ad una gara Olimpionica; corre grazie a due protesi realizzate con materiali di progettazione spaziale.
Jessica Long: Russa di nascita, gareggia per gli Stati Uniti. Viveva in un orfanotrofio. All’età di 13 mesi infatti venne adottata da una famiglia Americana.
E’ nata con una malformazione ed all’età di 18 mesi le amputarono entrambe le gambe. Iniziò a nuotare nella piscina dei nonni, ha fatto la cheerleader e praticato molti sport. Utlizza le minigonne con le protesi a vista senza nessun problema ed ha già vinto 3 medaglie d’oro.
He Junquan atleta Cinese, ha perso le braccia in un incidente elettrico quando aveva solo tre anni. Ha vinto diverse medaglie ed è una fonte di ispirazione per la sua nazione.E lui … Alex Zanardi, handbike, sappiamo già tutto sulla sua storia … è un grande campione.Voglio chiudere con una sua riflessione: “Nella vita ricevi anche in base a quanto sei in grado di dare. Nella vita bisogna provarci, le cose più belle, più inarrivabili sono sempre originate da noi, il primo passo dipende sempre e solo da noi, un obiettivo è una cosa che ti dai per decidere dove vuoi andare, ma se non sei in grado di goderti il viaggio, se non hai passione per ciò che stai facendo, vuol dire che stai ragionando per ambizione e l’ambizione non è cosi forte da portati all’obiettivo che ti sei prefissato, a quel punto è meglio cambiare e concentrasi su qualcos’altro, su qualcosa che ci viene più naturale”.
See you,
Dancer.