Quella insegnante che ha difeso una vittima, ha assolto al suo ruolo e giustamente punito un bullo con l’intenzione di fargli comprendere l’orrore generato dalla violenza, dalla sopraffazione e dalla denigrazione.
Quella insegnante, come tutti gli insegnanti oggi, opera in un Paese privo di tutele e di leggi antidiscriminatorie per le persone gay, lesbiche e trans e in una scuola che non offre agli operatori culturali strumenti utili di prevenzione e contrasto al bullismo omofobo.
Sarebbe bene che la sentenza di Palermo apra spazi di dibattito sulla necessità di costruire finalmente una cultura del rispetto, tema sul quale si gioca la crescita civile e il futuro del Paese.
Per evitare che le vittime continuino ad essere vittime e i carnefici carnefici, chiediamo ai giudici una riflessione più attenta e approfondita sull’omofobia e esprimiamo la nostra solidarietà all’insegnante, insieme all’auspicio che le istituzioni siciliane, e il Ministero dell'istruzione, esprimano il loro sostegno ad una persona ingiustamente condannata.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
(foto: Diego Grez - Wikicommons)
Fonte: http://www.arcigay.it/arcigay-palermo-sentenza-paradossale-l%E2%80%99omofobia-va-punita
Io non posso credere che una insegnate venga punita ingiustamente con un anno di reclusione solo perchè a sua volta ha punito giustamente un alunno per aver commesso un atto di violenza verbale e psicologica nei confronti di un compagno; punendolo semplicemente facendogli scrivere sul quaderno: "Sono un deficiente". Mi domando: che razza di legge sarebbe questa?!?
Vi abbraccio
Marco Michele Caserta