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Arco Consumatori: Primo report dell’Osservatorio sul Commercio Alimentare a Foligno

Creato il 18 aprile 2014 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Quattro i punti vendita della Grande Distribuzione osservati da ARCO CONSUMATORI a Foligno nel corso della prima iniziativa dell’Osservatorio sulla Qualità Percepita del Commercio Alimentare, presente nel comune.
L’osservatorio prenderà successivamente in considerazione, anche il commercio alimentare nella piccola distribuzione, con particolare riferimento ai mercatini settimanali.
Scopo dell’Osservatorio è quello di misurare, secondo i parametri, frutto della ventennale esperienza di ARCO CONSUMATORI, la qualità del servizio offerto ai cittadini e proporre modifiche migliorative, o interventi urgenti per sanare il mancato rispetto della legge con particolare riferimento alla sicurezza e all’igiene degli alimenti.
I punti vendita A&O, COOP, TIGRE e CONAD sono stati esaminati alla luce di una scheda di rilevazione che ha preso in considerazione 79 voci di qualità percepita ed in particolare igiene e sicurezza degli alimenti, sicurezza degli ambienti, trasparenza delle informazioni e delle etichette, rispetto della catena del freddo.
Le valutazioni sono state fatte da rilevatori volontari dell’associazione.
Sulla scorta delle rilevazioni effettuate, ARCO CONSUMATORI ha posto quindi a tutta la grande distribuzione quindici quesiti sui quali si attendono risposte urgenti e che qui di seguito riportiamo.
ARCO CONSUMATORI, vista l’importanza delle questioni riscontrate, chiede all’assessore al Commercio del Comune di Foligno, d’istituire un tavolo di confronto fra le organizzazioni dei consumatori e le organizzazioni del commercio, per la ricerca di soluzioni condivise, nell’interesse dei consumatori e dello
sviluppo qualitativo del commercio a Foligno.

QUINDICI DOMANDE
ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE
AL MINISTERO DELL’INDUSTRIA
AGLI ORGANI DI CONTROLLO DELLA REGIONE

1. Nelle etichette dei prodotti che riportano la seguente dizione “da conservare in luogo fresco ed asciutto”, chiediamo di conoscere perché non vengono riportati i gradi massimi e minimi e i valori di umidità.
2. Nelle confezioni delle uova viene riportata la seguente dizione “da conservare in frigo dopo l’acquisto”. Perché la conservazione in frigorifero non deve essere garantita da tutte le fasi di trasporto, immagazzinamento e l’esposizione sugli scaffali nei punti vendita?
3. Nelle confezioni di olii, acque minerali, ecc.. le etichette riportano anche la seguente dizione “da conservare a riparo dalla luce”. Per quale motivo non vengono garantite anche nella fase di stoccaggio e vendita al pubblico le opportune cautele che garantiscono la veridicità del messaggio?
4. Negli “slim” l’esposizione del prezzo unitario non ha la stessa dimensione tipografica del prezzo alla confezione. Qual è il corpo tipografico che si ritiene adeguato a rispondere alla normativa sulle etichette che prevede che il prezzo sia esposto chiaro e ben visibile qualunque sia la collocazione logistica del prodotto, quella attualmente praticata per il prezzo della confezione o quella praticata per il prezzo unitario?
5. Le date di scadenza nelle confezioni multiple vengono solitamente apposte giustamente oltre che sulla singola confezione anche sul contenitore. Tuttavia ad esempio negli omogenizzati la data di scadenza e’ apposta esclusivamente sul coperchio dei vasetti creando una grande difficolta’ di lettura. Per quale motivo la medesima data non viene apposta sul contenitore?

6. I prodotti take way, confezionati nel punto vendita,nella maggior parte dei casi esaminati riportano solo la data di confezionamento e non quella di consumo consigliato, mentre quelli provenienti da aziende produttrici esterne sono obbligati ad apporre la data di consumo consigliato. Quali sono le ragioni che consentono di ridurre la trasparenza dell’informazione da parte del punto vendita a svantaggio dei consumatori?
7. Per quale motivo in molti prodotti vegetali secchi (es. Colfiorito) si riporta solo il luogo di confezionamento e non il luogo di produzione?
8. Sui banchi dell’ittico fresco si trovano prodotti provenienti anche da paesi lontani come il Tanganica. Per quale motivo il consumatore non viene messo a conoscenza della data di pesca, ma solo della data della bolla di consegna?
9. Come deve essere esposta l’etichetta dei mitili confezionati in modo tale che il consumatore ne possa prendere visione senza toccare il prodotto? E quanti giorni sono previsti per la conservazione domestica prima del consumo? Perche’ questa informazione non viene data al consumatore?
10. Nei banchi serviti i prodotti in esposizione vengono generalmente esposti senza la data di consumo consigliato visibile anche per quelli che non hanno rotazione giornaliera (insalate russe, prodotti sott’olio, ecc..). Qual e’ il motivo di questa assenza?
11. Nei banchi serviti l’esposizione dell’elenco degli ingredienti e’ di non facile lettura per i consumatori sia per la grafica sia per la non corrispondenza e identificazione dell’elenco degli ingredienti con i prodotti presenti sul banco. Qual è il motivo per il quale non viene garantita la piena trasparenza delle informazioni soprattutto in presenza di un incremento delle intolleranze alimentari che richiede una maggiore consapevolezza dei consumatori prima degli acquisti ?
12. Cosa significano le sei barre a coppie di due, presenti nel codice a barre e che non vengono identificate da numeri? E se nel caso a quali numeri corrispondono?
13. Per quale motivo le mozzarelle di bufala vengono esposte a temperatura ambiente
nonostante in etichetta riportino la dizione “da conservare a +4°”?
14. Per quale motivo la segnalazione dei percorsi per arrivare alle uscite di sicurezza non sono tracciati sul pavimento ma esposti solo con segnalazioni verticali, spesso confuse con la pubblicità del punto vendita?
15. Per quale motivo gli addetti e soprattutto il responsabile del punto vendita non è riconoscibile con apposito cartellino?



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