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Ardara (SS): regolamento di conti a colpi di lupara

Creato il 12 ottobre 2011 da Yourpluscommunication

Ardara (SS): regolamento di conti a colpi di luparaTutto è iniziato davanti ad una birra. O forse, quella birra era il pretesto per incontrarsi e regolare vecchi conti.

Fatto sta che quella sembra, inizialmente, una serata come tante altre. Probabilmente, però, aveva fiutato bene il proprietario del bar dove Sebastiano Foe, 49enne e postino a Sassari, era in compagnia dei fratelli Soro : Antonio,23 anni, e Domenico,31.

I tre hanno bevuto fino alle ventidue poi, oltre che il gomito avevano alzato anche i toni e, per questo sono stati invitati ad uscire fuori dal circolo ricreativo.

Ma la discussione doveva continuare, e possibilmente “ora”.

Il titolare chiama i carabinieri che, quando arrivano, non trovano però il gruppetto fastidioso. I tre sono già a casa Soro, in via Comita 2, dove continuano a bere e litigare.

Questioni che però non trovano, pare, soluzione. Così Foe (sposato con due figli,consigliere comunale ad Ardara dal 1993 al 1997, assessore ai Servizi Sociali, Agricoltura, Ambiente e Personale nel 2000-2001, candidato alle ultime elezioni regionali per la lista dell’Udc), infuriato va a casa per nulla disposto a metterci una pietra sopra.

Al contrario. Prende la “lupara” del figlio, regolarmente denunciata, e torna dai Soro. «Domenico esci» urla. Ma Domenico non è più in casa e ad aprire la porta è Antonio il fratello. Non fa in tempo ad aprire che le due canne del fucile sono puntate sulla sua pancia.

Il grilletto è già stato premuto: Antonio muore sul colpo.

Ma Sebastiano Foe non si ferma e, calpestando il cadavere ancora caldo ha urlato «Dove sei, ora tocca a te. Domenico dove sei, ti ammazzo, ti ammazzo». Non si accorge nemmeno della gente che, attonita, assiste immobile. Evidentemente su di giri dall’alcool e fuori di se dall’ira, Foe inizia a cercare Domenico.

Un carabiniere, finalmente, lo intercetta in una strada perpendicolare all’abitazione dei Soro e gli ordina l’alt. «Posa l’arma e alza le mani» intima per almeno 4 volte ma Sebastiano Foe non cede «Togliti di mezzo che devo ammazzare Domenico» urla e punta l’arma contro i militari che, nel frattempo, erano accorsi a supportare il collega.

Non fa in tempo però a far partire un altro colpo perché i carabinieri mirano alle gambe e al fucile. Ferito e disarmato, Foe e’ stato portato all’ospedale di Ozieri, dove è piantonato in stato di arresto.

A nulla è servito l’arrivo delle ambulanze. Antonio Soro era morto sul colpo.

Marina Angelo

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