E’ ormai passato più di un mese da quando Arenaways, la prima compagnia di trasporto ferroviario privato in Italia, ha iniziato il suo servizio nella tratta Torino-Milano. L’avvio non è stato dei più felici: il continuo “ostruzionismo” messo in atto da Trenitalia ha fatto sì che non solo la partenza dei primi convogli iniziasse con diverse settimane di ritardo, ma che anche la “vittoria” di Arenaways risultasse solo parziale. La compagnia di Giuseppe Arena, infatti, non ha potuto fin dall’inizio effettuare le fermate intermedie previste tra il capoluogo piemontese e quello lombardo. Questo fatto ha limitato di gran lunga le possibilità di una leale concorrenza e ha ristretto notevolmente gli scenari in cui Arenaways si può muovere.
Sergio Guglielemero, Presidente della Confesercenti della Provincia di Alessandria, è convinto che questo sia “uno degli esempi più eclatanti di quanto il Governo centrale e regionale siano perfettamente d’accordo nel bloccare ogni iniziativa che dia spazio al libero mercato”. Infatti, nonostante la compagnia privata offra moderne carrozze, dotate di comfort e tecnologia, oltre ad accessi facilitati per le persone disabili, assistenza a bordo e posti riservati, non le è concesso fermarsi nelle stazioni intermedie. Il servizio offerto da Arena sarebbe un utile supporto alle esigenze dei tantissimi pendolari che ogni giorno si muovono tra Piemonte e Lombardia per motivi di studio o lavoro. La libera concorrenza, dunque, invece di essere incentivata, appare ingabbiata e incapace di espandere la sua influenza. Tutto ciò, afferma Guglielemero, accade “perchè la Regione, d’accordo con Trenitalia, ha fatto propria una disposizione inserita nella Finanziaria che prevede la possibilità di limitare i servizi di trasporto ferroviario passeggeri se il loro esercizio può compromettere l’equilibrio economico di un contratto di servizio pubblico in termini di redditività ”. Di conseguenza, Arenaways non può competere nei servizi in cui è previsto un contributo pubblico.
Si tratta, insomma, di un principio e di una sua particolare interpretazione che sono destinati a far discutere. E’ giusto liberalizzare dei servizi? E se sì, fino a che punto ci si può spingere? Per Guglielemero ci troviamo di fronte ad un’evidente contraddizione tra la teoria e la realtà, perchè “tutte le ipotetiche liberalizzazioni che i vari Ministri annunciano restano nel cassetto e spesso non arrivano nemmeno in commissione parlamentare”. Insomma, la modernità che in molti annunciano e declamano, appare come un ideale mai completamente realizzato.




