Continua a tenere banco nei rapporti tra Buenos Aires e Londra l’annosa questione della sovranità sulle isole Malvine (o Falkland), arcipelago situato al largo dell’Argentina meridionale e da questa rivendicato come proprio, ma di fatto amministrato dalla Gran Bretagna.
Il nuovo governo argentino del presidente conservatore Mauricio Macri, insediatosi lo scorso 10 dicembre, benché di ispirazione politica opposta a quello precedente, guidato dalla peronista Cristina Fernandez de Kirchner, non ha mutato la propria posizione sul tema, emanando oggi un duro comunicato in cui si legge: “dopo 183 anni di occupazione illegale (britannica n.d.r.), che ancora continua, il popolo ed il governo argentino ribadiscono ancora una volta il proprio inalienabile diritto alla sovranità sulle isole Malvine, Georgia del Sud, Isole Sandwich Meridionali e l’area marittima circostante”.
Da parte sua Londra non ha mai ceduto alle richieste argentine, mantenendo sulle isole dei contingenti militari, presenti stabilmente anche in seguito al tentativo di riconquista da parte della Marina militare di Buenos Aires che, il 2 aprile 1982, occupò i tre arcipelaghi per essere poi respinta, il 14 giugno, dal contrattacco della Royal Navy, inviata dall’allora primo ministro inglese Margaret Thatcher.
La recente scoperta, da parte di compagnie britanniche, di giacimenti petroliferi al largo delle Malvine ha nuovamente acuito la crisi, tanto da spingere il governo inglese, in seguito alle rivendicazioni argentine, ad indire un referendum tra i nemmeno 3.000 abitanti delle isole, ottenendo un risultato scontato in favore dell’amministrazione britannica attuale.
Magazine Politica Internazionale
Argentina. Malvine: Buenos Aires, ‘occupazione britannica deve finire’
Creato il 04 gennaio 2016 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniI suoi ultimi articoli
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