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Argomenti che tornano di moda

Creato il 25 ottobre 2011 da Fabio1983
Alesina e Giavazzi propongono sul Corriere della Sera dieci misure piuttosto condivisibili, dallo sblocco del mercato del lavoro – magari favorendo l’occupazione femminile – alla riforma delle pensioni di anzianità (quelle che la Lega non vuole toccare) passando per la riforma della giustizia civile e il simbolico dimezzamento dei costi della politica. Tra le proposte a impatto zero (così dicono) si menziona anche “la sostituzione della cassa integrazione con sussidi di disoccupazione temporanei, ispirandosi alla flex security dei Paesi nordici” che – dato il massiccio precariato che caratterizza l’Italia – sarebbe la più auspicabile sebbene strettamente collegata allo sblocco del mercato del lavoro. Di flexicurity (ripresa finanche dai T-Party del Pd) si parlava molto un po’ di tempo fa, all’alba della crisi economica seguita al fallimento della Lehman Brothers. Poi, come spesso accade, tale soluzione è finita nel dimenticatoio. Il modello ideale, appunto, è quello dei Paesi nordici, ma già all’epoca l’elevato debito pubblico italiano faceva sospettare un’inapplicabilità della misura. Cosa che la renderebbe sulla carta ancora meno ipotizzabile (e certamente non a costo zero) ai giorni nostri. Intervistato tre anni fa su un po’ di questioni, su tutte la crisi dei mutui subprime, Michel Martone mi rispose in questi termini a proposito di flexicurity: 
È difficile da applicare perché abbiamo il terzo debito pubblico del mondo, credo però che dobbiamo disperatamente provarci perché abbiamo bisogno di flessibilità per tornare a crescere e competere sui mercati internazionali. Ma non avremo mai lavoro di qualità se prima non riusciamo a garantire un po’ di serenità alle persone. 

Ecco. A tre anni di distanza, francamente, mi pare che sia cambiato davvero pochino.

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