L’ex premier israeliano Ariel Sharon sarebbe in condizioni di salute molto gravi. Il direttore del centro medico Telha-Shomer di Tel Aviv, Zeev Rothstein, lo ha annunciato in una conferenza stampa. Secondo Rothstein, Sharon, oltre a soffrire di disfunzioni renali, ha avuto anche “un continuo calo nel funzionamento di diversi organi di importanza vitale. Il deterioramento delle sue condizioni è ora considerato molto serio dai suoi medici”, ha aggiunto Rothstein.
Ariel Sharon si trova ricoverato in coma da quasi otto anni, da quel 4 gennaio 2006 nel quale venne colpito ad un ictus che gli causò un coma dal quale non si è più risvegliato. L’ex premier era stato colpito proprio mentre preparava la campagna elettorale per il lancio del suo nuovo partito centrista, Kadima, dopo il disgregamento e le divisioni nello storico partito di centrodestra israeliano, il Likud. Ariel Sharon è considerato uno dei simboli di israele. Generale, è stato protagonista in tutti i principali conflitti che hanno visto Israele battersi con gli stati vicini, fino alla vittoria nel 197 sulle armate egiziane. Nel 1982 inoltre, fu lo stesso Sharon, allora ministro della Difesa, a decidere l’invasione del Libano e nel 2000 a isolare dal mondo il leader palestinese Yasser Arafat, nel periodo più critico della seconda Intifada palestinese. Negli ultimi anni di premiership, però, l’ex generale aveva ammorbidito certe sue posizioni, fino a decidere nel 2005 per lo sgombero dei coloni ebraici dalla Striscia di Gaza, vista come un primo passo verso un accordo duraturo di pace tra israeliani e palestinesi. Poi però i due ictus e il conseguente anonimato in un ospedale di Tel Aviv. Una lunga parentesi quasi decennale che ora pare stia volgendo al termine.
Al capezzale di Sharon anche i figli, mentre trapelano sempre più frequenti le notizie che l’ex premier avrebbe solo qualche giorno di vita davanti. Iniziano così, forse, gli ultimi giorni di vita di un altro protagonista della storia dello Stato d’Israele e di tutto il Medio Oriente.