Ieri sera l'ordine degli addendi è cambiato, non nella disposizione ma nella qualità: la prima parte della serata è stata davvero notevole e divertente.
Chiara Francini ha infranto la barriera del "ma chi è?" generale e ha fatto una figura pazzesca. Ironica, piena di spirito, forse lievemente a disagio nel ruolo di conduttrice ma con un savoir-faire da attrice di talento che le ha permesso di fare un'uscita di scena trionfante agli occhi del popolo gaio.
La presenza di Fassino è stata inaspettata ma gradita. Inaspettata perché Chiamparino in 10 anni non ha mai fatto capolino al festival (o almeno io non l'ho mai visto e di prime serate al festival ne faccio da anni... mi si perdoni se invece non dovesse essere così). Gradita perché il Sindaco ha espresso delle opinioni largamente condivisibili dalla platea. Non tanto sui diritti civili, di cui ha parlato ma forse recitando un copione da vecchio PCI pieno di parole che volevano dire tutto e niente, quanto sulla cultura. Il discorso sulla cultura è suonato sincero e convinto, e l'intenzione dell'amministrazione comunale di non tagliare fondi alla cultura non "nonostante la crisi" ma "proprio per via della crisi" ha suscitato applausi fragorosi.
Presenti per l'amministrazione comunale anche gli assessori Braccialarghe (cultura) e Spinosa (Pari Opportunità). Non pervenute Regione (ma si sapeva) e Provincia.
La sorpresa più grande però è arrivata alla fine: Arisa. Insomma, si sapeva che Arisa non è più quella sfigata Ugly Betty di una volta, ma che fosse davvero un "personaggio" è stata una scoperta. Al di là del talento vocale incredibile, Arisa si è rivelata una cabarettista nata con humour molto British e quasi cinico nel suo modo di dire poche cose ma incredibilmente vere e divertenti. Accompagnata dal solo pianoforte (grandissimo anche il pianista), Arisa ha messo su uno spettacolo di 6 o 7 canzoni che per un'ora ha accompagnato il pubblico passando dll'ironico al serio e al faceto. Grandissima esibizione.
Peccato che la serata sia finita con il film olandese "Alle Tijd" di Gosschalk: una pellicola che inizia come commedia per passare in modo repentino alla tragedia. Un film serio, troppo serio senza persino essere impegnato. Poi il finale molto triste pieno di lacrimoni che è stato a pare mio un brutto modo di concludere una serata molto divertente. Amen.